La chiamano malattia del vampiro, perché la leggenda vuole che ne fosse affetto il conte Vlad, ma dietro a questa affascinante definizione si nasconde una patologia molto grave che si chiama porfiria acuta intermittente. Si tratta di una condizione ereditaria causata dal deficit degli enzimi coinvolti nella produzione dell’eme, quel composto chimico che partecipa alla produzione di svariate proteine essenziali. Tra queste, l’emoglobina che permette ai globuli rossi di trasportare ossigeno nel sangue.
In particolare, la porfiria acuta intermittente è la forma più comune di porfiria acuta. Di solito colpisce giovani donne, tra i 25 e i 45 anni. Causa dolori lancinanti all’addome, nausea, vomito, debolezza e problemi di carattere mentale e psicologico.
Gli attacchi di porfiria acuta sono scatenati dall’assunzione di sostanze specifiche, ad esempio quelle ricche di zolfo come l’aglio (altra connessione col mondo dei vampiri). O anche da variazioni ormonali o condizioni nutrizionali particolari. In mancanza di questi fattori, può rimanere a lungo latente. Se si riesce a controllare l’assunzione dell’agente che risulta tossico, la malattia rimane nel 90% dei casi allo stato di latenza. Tra i fattori che possono provocare attacchi di porfiria acuta anche i sovraccarichi ormonali e lo stress.
La patologia, come detto, causa anche problemi neurologico-psichiatrici. Secondo alcuni studiosi, la pazzia di re Giorgio III, il marito della regina Carlotta di Bridgerton per intenderci, sarebbe stata conseguente ad attacchi di porfiria acuta intermittente. Pare ne soffrissero anche i filosofi Jean-Jacques Rousseau e Søren Kierkegaard, nonché il pittore Vincent van Gogh e suo fratello Theo.
La porfiria acuta intermittente non ha cura, ma si possono trattare i sintomi. Per esempio, seguendo una dieta ricca di zuccheri e carboidrati.