Solstizi ed equinozi rappresentano i momenti astronomici che segnano l’inizio delle stagioni. I primi indicano i giorni di massima o minima durata della luce, mentre i secondi rappresentano l’attimo in cui giorno e notte sono pressoché uguali. Sebbene spesso confusi, derivano da fenomeni distinti legati all’inclinazione dell’asse terrestre e alla posizione del Sole nel cielo. Le date precise cambiano leggermente ogni anno per effetto di calcoli astronomici estremamente accurati.
L’equinozio – dal latino aequa nox, “notte uguale” – è l’istante in cui il Sole si trova esattamente allo zenit sull’equatore terrestre. In quei momenti, la durata del giorno e della notte è praticamente identica in ogni parte del pianeta. Si verificano due volte l’anno, intorno al 20 marzo (equinozio di primavera nell’emisfero boreale) e al 22–23 settembre (equinozio d’autunno). Alle medie latitudini, il Sole sorge esattamente ad est e tramonta a ovest, raggiungendo il massimo di altezza proprio a mezzogiorno.

Il solstizio – dal latino sol sistere, “Sole fermo” – si verifica quando il Sole raggiunge la massima declinazione nord o sud lungo l’eclittica. Questo fenomeno si osserva due volte all’anno: intorno al 21 giugno (solstizio d’estate nell’emisfero boreale) e al 21 dicembre (solstizio d’inverno). In questi giorni, l’inclinazione dell’asse terrestre è massima rispetto al Sole, producendo la giornata più lunga o più breve dell’anno a seconda dell’emisfero. In particolare, al Polo Nord, nel solstizio d’estate il Sole non tramonta mai, mentre al Polo Sud resta sotto l’orizzonte per 24 ore.
Tutto dipende dall’inclinazione di circa 23° 27′ dell’asse terrestre rispetto all’eclittica: questa inclinazione varia leggermente nel tempo e determina l’alternanza stagionale.
L’istante preciso di equinozi e solstizi viene calcolato tramite l’analisi dell’equazione dell’orbita terrestre, incluse perturbazioni da altri corpi e l’effetto di precessione – lo spostamento lento del punto in cui avvengono nel cielo, di circa 50″ all’anno .
Le osservazioni moderne, basate su effemeridi e modelli astronomici, consentono di stabilire le date esatte, spesso differenziate per UTC e orario locale: per l’Italia, ad esempio, all’equinozio di primavera 2025 ha corrisposto il 20 marzo alle ore 09:01 UTC, ossia le 10:01 CET.
In astronomia, questi eventi segnano l’inizio delle stagioni: equinozio di marzo per la primavera boreale, solstizio di giugno per l’estate, equinozio di settembre per l’autunno, solstizio di dicembre per l’inverno. A scopo pratico e meteorologico si utilizzano definizioni di stagione più convenzionali, basate su inizio e fine mese, ma le stagioni astronomiche restano fondamentali per studi climatici e culturali.