Kip Thorne è uno dei fisici teorici più celebri al mondo, noto per la sua capacità di unire scienza rigorosa e divulgazione popolare. Nato a Logan, Utah, nel 1940, Thorne ha dedicato la sua carriera allo studio delle leggi più profonde dell’universo, come i buchi neri e le onde gravitazionali. Laureatosi alla Caltech e con un dottorato a Princeton sotto la guida di John Wheeler, è stato uno dei più giovani professori del prestigioso ateneo californiano, contribuendo in modo determinante alla fisica moderna. La sua passione per la divulgazione scientifica e la sua amicizia con produttori e registi di Hollywood lo hanno portato a collaborare con Christopher Nolan per creare uno dei film di fantascienza più accurati mai realizzati: Interstellar.
Thorne ha garantito che il film rispettasse rigorosamente le leggi della fisica, imponendo due linee guida fondamentali. La prima, nulla nel film avrebbe violato le leggi fisiche conosciute. La seconda, ogni speculazione sarebbe stata basata su teorie scientifiche plausibili, non su invenzioni arbitrarie. Questo approccio ha permesso di esplorare concetti come wormhole, buchi neri rotanti e la dilatazione temporale.
Una delle sue collaborazioni più straordinarie è stata con la squadra di effetti visivi Double Negative, a cui ha fornito equazioni per simulare un buco nero realistico. Questo ha portato a una scoperta scientifica inattesa. L’elaborazione dei dati, infatti, ha rivelato strutture complesse e bellissime nel modo in cui la luce delle stelle viene distorta da un buco nero in rapida rotazione. Questi risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche, dimostrando come il dialogo tra scienza e arte possa generare nuove conoscenze.
Thorne ha anche influenzato aspetti narrativi del film. Un esempio significativo è l’uso del tesseract, una struttura a quattro dimensioni che permette al protagonista di navigare attraverso lo spazio e il tempo.
Ispirato dalla sua lettura giovanile del libro One Two Three… Infinity di George Gamow, Thorne ha contribuito a integrare questo concetto complesso nella trama, dimostrando come idee astratte possano trasformarsi in potenti strumenti narrativi.
Tuttavia, ci sono stati momenti in cui il film si è preso qualche libertà artistica. Una scena che fa rabbrividire Thorne è quella delle nuvole di ghiaccio su un pianeta, che considera fisicamente impossibili per via della debolezza del materiale. Ma, a parte questi dettagli, Interstellar rimane un esempio di come la scienza possa arricchire il cinema.
Nel 2017, Thorne ha condiviso il Premio Nobel per la Fisica con Rainer Weiss e Barry Barish per il loro lavoro pionieristico nell’osservatorio LIGO, che ha rilevato per la prima volta le onde gravitazionali prodotte dalla collisione di buchi neri. Questa scoperta ha aperto una nuova era nell’astronomia, consentendo agli scienziati di “ascoltare” l’universo.
Kip Thorne rappresenta un ponte tra scienza e cultura popolare. Non è un caso che sia stato uno degli ospiti di The Big Bang Theory.
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