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Home » Innovazione » Scienza » Chi era Sigmund Freud, il padre della psicanalisi

Chi era Sigmund Freud, il padre della psicanalisi

Nasceva il 6 maggio di 169 anni fa Sigmund Freud, neurologo e filosofo austriaco famoso soprattutto per aver fondato la psicanalisi.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene6 Maggio 2025
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Sigmund Freud
Sigmund Freud (fonte: RSI)
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Nasceva esattamente 169 anni fa, il 6 maggio 1856, uno studioso che avrebbe scosso le fondamenta del modo in cui l’uomo comprende se stesso, e rivelato al mondo l’esistenza stessa dell’inconscio: parliamo di Sigmund Freud, una figura geniale quanto controversa, le cui teorie hanno ridefinito il mondo della psicologia e ancora oggi continuano a illuminare e dividere il pensiero moderno. Vi raccontiamo il perché in questo articolo.

Sigmund Freud nasce a Freiberg, in Moravia, che nel 1856 fa parte dell’Impero austro-ungarico; figlio del commerciante ebreo Jacob e della sua terza moglie Amalia, cresce in una Vienna vibrante ma segnata da tensioni antisemite. Fin da giovane mostra un’intelligenza prodigiosa, appassionandosi alla cultura ebraica e alla Bibbia, pur dichiarandosi presto ateo; all’Università di Vienna studia medicina, specializzandosi in neurologia, ma il suo percorso lo porta ben oltre la scienza medica tradizionale.

Negli anni ’80 dell’Ottocento Freud si avvicina all’ipnosi, ispirato dal lavoro di Jean-Martin Charcot e Josef Breuer. È il caso di Anna O., una paziente di Breuer affetta da isteria, a segnare una svolta: Freud intuisce che i sintomi psichici possono avere radici profonde, non solo fisiche, e inizia a esplorare il potere delle parole e dei ricordi. È proprio da qui che nasce un primo abbozzo della sua idea di psicanalisi.

La psicanalisi di Freud non è solo un metodo terapeutico, ma una vera e propria rivoluzione culturale. Egli sostiene che la nostra mente sia come un iceberg: solo una piccola parte, la coscienza, emerge in superficie, mentre la parte più grande, l’inconscio, rimane sommersa, influenzando pensieri, comportamenti e desideri. Freud introduce concetti come l’Es, l’Io e il Super-Io, che descrivono il conflitto tra istinti primordiali, razionalità e norme morali. L’Es, selvaggio e istintivo, spinge verso il piacere; il Super-Io, come un giudice interiore, impone regole; l’Io media tra i due, cercando un equilibrio.

Un’altra idea audace è quella delle pulsioni, come Eros (la forza della vita e della sessualità) e Thanatos (l’impulso verso la morte e la distruzione): Freud sostiene che molti dei nostri problemi derivino da traumi infantili o desideri repressi, spesso legati alla sessualità, come nel celebre Complesso di Edipo, in cui il bambino prova un’attrazione inconscia per il genitore di sesso opposto e una rivalità con l’altro.

Sigmund Freud nel suo studio, a pochi mesi dalla morte
Sigmund Freud nel suo studio, a pochi mesi dalla morte (fonte: Marcel Sternberger)

Freud cambia per sempre il modo in cui si considerano i sogni: nella sua opera L’interpretazione dei sogni (1899), li definisce “la via regia verso l’inconscio”. Per lui, i sogni sono come dei messaggi criptati, modi in cui l’inconscio esprime desideri repressi attraverso simboli e immagini. Con il metodo delle associazioni libere, egli invita i pazienti a parlare senza filtri, lasciando emergere pensieri nascosti; anche i lapsus, gli atti mancati e le dimenticanze diventano indizi preziosi per decifrare la mente.

Le idee di Freud non vengono accolte a braccia aperte: nella Vienna di fine ‘800 parlare di sessualità infantile o di desideri inconsci è a dir poco scandaloso. Molti lo accusano di ossessione per il sesso, e le sue teorie sull’inconscio vengono viste con sospetto dagli ambienti accademici. Eppure Freud non si arrende: nonostante le critiche fonda un movimento internazionale di psicoanalisi, collaborando con figure come Carl Gustav Jung, da cui si separerà per divergenze teoriche, e influenzando generazioni di pensatori.

La sua vita non è priva di ombre: consumatore di cocaina negli anni ’80, ne studia gli effetti, ma quando decide di usarla al posto della morfina per curare il caro amico Ernst Fleischl, morfinomane da tempo, lo rende dipendente anche da questa – ben più pericolosa -sostanza; il madornale errore gli costa una macchia sulla carriera. Negli ultimi anni, colpito da un cancro alla bocca, affronta dolori atroci, aggravati dall’esilio a Londra nel 1938 per sfuggire alle persecuzioni naziste. Sigmund Freud muore infine il 23 settembre 1939, lasciando un’eredità che ancora divide.

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