Quando guardiamo il cielo notturno, vediamo stelle di diversi colori e intensità. Alcune brillano di un bianco intenso, altre sono più gialle, arancioni o persino rossastre. Queste differenze visibili a occhio nudo corrispondono a caratteristiche fisiche ben precise, come la temperatura superficiale della stella. Come riuscire, però, a distinguerle e organizzarle in base alle loro caratteristiche? Per risolvere la questione gli astronomi utilizzano un sistema chiamato classificazione spettrale.
Questo metodo si basa sull’analisi della luce emessa dalla stella, che viene scomposta attraverso uno spettroscopio per evidenziare delle righe scure, le cosiddette “righe di assorbimento”. La posizione e l’intensità di queste, poi, permettono di dedurre la composizione chimica, la temperatura e altri dati fisici. Il merito della classificazione moderna, però, va a una donna straordinaria: Annie Jump Cannon.

Astronoma americana attiva a cavallo tra Ottocento e Novecento, è stata una delle “Harvard Computers”, un gruppo di donne incaricate di classificare centinaia di migliaia di stelle. In un’epoca in cui il mondo femminile non aveva accesso pieno al mondo accademico, Cannon è riuscita a sviluppare un sistema semplice ed efficace, ancora oggi usato dagli astronomi. Il suo schema ordina le stelle in base alla loro temperatura superficiale decrescente, seguendo questa sequenza di lettere:
- O: blu, molto calde (oltre 30.000 °C)
- B: azzurre
- A: bianche
- F: bianco-giallastre
- G: gialle (come il nostro Sole)
- K: arancioni
- M: rosse, le più fredde (circa 3.000 °C)
Come ricordare, però, una sequenza di lettere che non segue l’alfabeto? In aiuto è arrivata una filastrocca che riproduce l’ordine delle classi spettrali:
“Oh, bella astronoma fai,
grandi conoscenze porti ormai.
Kilo di stelle tu hai contato,
mentre il cielo hai studiato!”
Filastrocca a parte, grazie al lavoro meticoloso di Annie Jump Cannon, oggi possiamo catalogare le stelle con precisione, distinguendo le loro fasi evolutive e confrontandole tra loro. Il suo contributo ha aperto la strada all’astrofisica moderna e ha dimostrato quanto le donne abbiano avuto, e continuino ad avere, un ruolo fondamentale nella scienza.