Un team di ricercatori dell’università di Pisa ha indagato il comportamento del cervello umano durante la meditazione, grazie alla collaborazione di alcuni monaci del monastero di Sera Jey, in Tibet. I religiosi si sono prestati volentieri a essere “cavie”. Del resto, l’obiettivo era quanto mai affascinante. Ovvero, esplorare l’attività neuronale in uno stato diverso da quello della coscienza.
“La routine dei monaci in ritiro prevede quattro sessioni di meditazione di due ore ciascuna ogni giorno per un totale di circa 3.000 ore l’anno. Ho trascorso con loro periodi di permanenza piuttosto lunghi, fino a 6 settimane in tre diverse occasioni, utilizzando dispositivi di misura dei parametri fisiologici indossabili e non invasivi, per non interferire in alcun modo con le loro pratiche quotidiane“, ha spiegato Bruno Neri, docente di ingegneria elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa.
Al centro dello studio, l’attività cerebrale durante la meditazione concentrativa e quella analitica. La differenza tra le due è sostanziale. Nella prima si arriva a uno stato di consapevolezza totalmente irrazionale. La seconda, invece, porta la nostra mente a riflettere con attenzione su un oggetto/concetto singolo.
I tracciati elettroencefalografici derivati dai due tipi di mediazione sono stati analizzati con modelli matematici. Ebbene, dai grafici si capiva nettamente la diversità “energetica” delle due meditazioni. La meditazione concentrativa provoca un drastico cambiamento della potenza del segnale elettroencefalografico. E più si pratica, più cresce la capacità di aumentare l’attenzione e cancellare tutto ciò che può distrarre. In sintesi, con un pizzico di fantasia, il cervello diventa più attivo e potente durante la meditazione concentrativa.
Lo studio è degno di interesse perché per la prima volta una ricerca è condotta su un gruppo estremamente specifico di persone allenate ed esperte nella meditazione. Molti di questi monaci, infatti, si dedicano fino a otto ore al giorno alla meditazione. E lo fanno per anni.