Il verme della sabbia, detto anche arenicola marina, è un invertebrato che si trova solitamente nelle spiagge ed è portatore di una speciale emoglobina, la sostanza che aiuta a trasportare l’ossigeno nel sangue, e proprio per questo ha attirato l’attenzione dei ciclisti che vorrebbero utilizzare questa proteina come doping per migliorare illegalmente le loro prestazioni sportive e sostituirla all’ormone Epo finora utilizzato. Oltre che dei ricercatori, orientati a trovare cure per gravi malattie legate alla produzione del sangue.
Tutto nasce in Francia dove un’azienda biofarmaceutica, la Hemarina, sta compiendo da 15 anni delle ricerche sull’emoglobina dell’arenicola marina. La caratteristica unica di questa emoglobina è che, senza effetti collaterali, trasporta l’ossigeno nel nostro organismo in maniera 40 volte superiore a quella naturale. Potrebbe essere quindi utilizzata nelle trasfusioni di sangue con risultati migliori e in totale sicurezza.
C’è però un problema legato, come detto, al ciclismo. Molti ciclisti in passato hanno fatto ricorso all’ormone Epo, l’eritropoietina, per incrementare la produzione dei globuli rossi, aumentare l’afflusso di sangue e ossigeno ai muscoli e sentire meno la fatica durante le gare. Una pratica totalmente illecita e anche molto pericolosa, che si sta cercando di combattere in ogni modo. In primis, sviluppando test antidoping sempre più attendibili. Ora però il verme della sabbia offre inconsapevolmente un nuovo aiuto a chi agisce in maniera proditoria. Poiché questa SuperEpo, si riscontra con grande difficoltà.
In un’intervista al quotidiano sportivo francese L’Équipe, il dottor Franck Zal, fondatore e amministratore delegato del gruppo Hemarina, ha raccontato che un noto ciclista aveva fatto richiesta di una grande quantità di farmaci con SuperEpo. La motivazione? Questa nuova Epo ha vita breve e si disperde facilmente. Il laboratorio ha subito informato l’Oclaesp, la forza di polizia francese che simile ai nostri Nas dei Carabinieri. Non solo, L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha già messo sotto esame la sostanza. Che tuttavia, non intaccando l’ematocrito, il valore che identifica il numero dei globuli rossi nel sangue, si nasconde molto bene.