La prima vittima italiana del virus West Nile, un’ottantenne di Pordenone, sta facendo scattare l’allarme in Italia tra le autorità sanitarie. Ma di cosa si tratta? Il West Nile virus, o virus del Nilo occidentale, appartiene alla famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. Si diffonde in particolare in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
Come spesso accade, sono le zanzare (Culex) e gli uccelli selvatici a esserne portatori. Si trasmette all’uomo, infatti, tramite puntura. Più raro, invece, il contagio da operazioni chirurgiche, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.
La febbre West Nile non è contagiosa, ovvero non si trasmette da persona a persona tramite contatto.
Dal momento della puntura il momento dell’incubazione varia tra i 2 e 14 giorni. Che sale a 21 giorni in soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.
La febbre del Nilo occidentale provoca febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Durano pochi giorni e possono variare, come intensità, da persona a persona anche in base all’età. Nel caso il virus colpisca persone anziane, i sintomi hanno un effetto più dirompente.
Dei casi di sintomi gravi (che tuttavia si presentano per 1 persona su 150) fanno parte febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni. Poi, paralisi e e coma. La febbre del Nilo occidentale può anche provocare encefalite. E alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
La diagnosi si ha con test specifici di laboratorio compiuti su fluido cerebrospinale prelevato tramite puntura lombare. Le analisi servono a individuate gli anticorpi igM. Per un risultato credibile, i test vanno ripetuti dopo 8 giorni, in caso di prima negatività.
Non c’è un vaccino per la febbre West Nile. L’unico modo per difendersi è la protezione fisica. I consigli sono quelli di sempre: usare repellenti, indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe. Bisogna svuotare i vasi di fiori e tutti i contenitori con acqua stagnante
Altresì, non esiste terapia specifica, ma solo quella specifica per ogni sintomo. Solitamente scompaiono da soli dopo qualche giorno. Nel caso di forma grave, è necessario il ricovero in ospedale.
Dall’inizio della sorveglianza a maggio, in Italia sono stati segnalati sei casi di West Nile, di cui tre neuro-invasivi. Nel caso della signora deceduta, si tratta della prima vittima in Italia nel 2024. Nonché primo caso di contagio autoctono in Friuli Venezia Giulia, poiché la signora non aveva viaggiato.