Elle Macpherson, top model e attrice attiva negli anni ’90, ha rivelato di aver avuto sette anni fa un tumore al seno – carcinoma intraduttale estrogeno-recettivo HER2-positivo – e di averlo curato rifiutando le terapie tradizionali consigliate, ovvero mastectomia, chemio e radio terapia. Macpherson, invece, ha fatto ricorso a terapie olistiche, ottenendo una remissione del cancro. Una scelta che in queste ore è molto discussa. Ma cos’è la medicina olistica? Si tratta di un approccio che pensa all’individuo come un insieme di corpo, mente e spirito. Nella medicina olistica, la persona viene curata nella sua totalità e non concentrandosi solo sul singolo sintomo. Tenendo conto anche dell’ambiente e della società in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono interconnessi.
La parola olismo nasce negli anni ’20 dal filosofo Jan Smuts, secondo il sistema influenza le parti che lo contraddistinguono. E non è quindi una somma di elementi singoli. Olismo viene dal greco όλος, olos, che sta per “totalità”, “intero”. L’olismo medico quindi dà priorità alla persona e non alla malattia. Potremmo dire, alla causa che ha portato a un determinato problema e non al sintomo. Prioritario è l’induzione del naturale processo di auto-guarigione del corpo.
Nella medicina olistica la prevenzione è un fattore determinante. La medicina olistica, come spiega anche il caso Macpherson che si è rivolta a uno staff composto da un medico di base, un dottore in naturopatia, un dentista olistico, un osteopata, un chiropratico e due terapisti, ha un approccio multisistemico.
Può fare ricorso all’antica tradizione ayurvedica e a quella cinese, due scuole che considerano gli esseri umani come un canale per le energie. Ma anche alla meditazione e allo shiatsu, all’agopuntura e alla fisioterapia cinese.
La medicina olistica non si contrappone a quella tradizionale, anzi, alcuni centri sanitari la affiancano, nella cura del tumore, alle terapie canoniche. Al fine di mantenere il benessere generale delle e dei pazienti. Le quali e i quali diventano parte attiva del processo di cura. Per questo, di per sé non è controversa.
Si può far ricorso, però, solo ed esclusivamente alla medicina olistica per curare una malattia grave come il cancro? Al netto della libertà del singolo individuo di scegliere in autonomia come gestire il corpo, questo è fortemente sconsigliato.
Intervista da ANSA, la dottoressa Lucia Del Mastro, direttrice della Clinica di oncologia medica all’Università di Genova/Irccs Ospedale Policlinico San Martino ha spiegato come la medicina olistica non curi. E che in ogni caso, Macpherson abbia comunque fatto ricorso alla medicina tradizionale:
“Il carcinoma intraduttale per definizione non dà metastasi e si tratta di una specie di lesione precancerosa. Il trattamento standard per questa neoplasia prevede la chirurgia con l’asportazione del nodulo e poi una eventuale radioterapia per prevenire il rischio di recidive locali. La lumpectomia cui è stata sottoposta altro non è che l’asportazione della massa tumorale, dunque si tratta di chirurgia.
L’unico intervento che la modella non ha effettuato è la radioterapia, ma in questi casi non è perentoria. Infatti, circa il 60% dei pazienti non sviluppa recidive dopo la chirurgia pur non avendo fatto la radioterapia. Elle rientra in questo 60% di pazienti, anche se 7 anni sono pochi per dire che non possa sviluppare purtroppo una recidiva in futuro“.