Si chiama alessitimia ma si può spiegare anche come analfabetismo emotivo. Non è un disturbo psicologico vero e proprio, ma un modo di agire. Una sorta di modalità di sopravvivenza in cui il soggetto finisce per non avere empatia. E secondo alcuni esperti forensi è una caratteristica che si allinea perfettamente ad Alessia Pifferi, a milanese di 38 anni accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di appena 18 mesi, nel luglio del 2022. Oggi a Milano è andata in scena la requisitoria del processo per omicidio volontario aggravato che si chiuderà il 13 maggio prossimo.
I soggetti con alessitimia non sanno né identificare né descrivere i propri sentimenti. Allo stesso modo non sanno individuare quali siano i motivi che li portano a provare emozioni. Essi non in grado nemmeno di leggere le emozioni altrui. Solitamente hanno ridotta capacità immaginativa e onirica.
Inoltre, non sono introspettivi e si adeguano al comportamento della maggioranza per timore di essere esclusi. Inoltre, sono soliti instaurare rapporti di grande dipendenza dal partner, che possono sfociare in comportamenti ossessivi. Altra caratteristica interessante della persona con alessitimia è il fatto di associare l’emozione a un sintomo fisico, senza concettualizzarla o interiorizzarla.
Esistono due forme di alessitimia, di tipo I e II. La prima consiste nell’assenza stessa di esperienza emotiva. La seconda, invece, è un deficit selettivo dell’espressione e della valutazione cognitiva delle emozioni. Ovvero, si scelgono le emozioni da non “sentire”, ma l’atto del sentire emozioni resta inalterato. Chiamato a esprimersi su Pifferi dalla Corte d’Assise di Milano, il dottor Elvezio Pirfo ha detto: “L’alessitimia è un sintomo, non una malattia. Ed è come se ci facesse vivere dietro a un vetro che impedisce il passaggio di emozioni. Guardiamo ma siamo schermati”.
“Non ho mai voluto far del male a mia figlia. Non l’ho mai ammazzata, non ci ho mai pensato, non ho mai voluto farlo. non ho mai pensato che a Diana poteva succedere una cosa del genere, non è stata una cosa premeditata. Sto già pagando il mio ergastolo avendo perso la mia bambina“, ha detto Alessia Pifferi nelle dichiarazioni spontanee rilasciate oggi. La donna rischia una condanna all’ergastolo.