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Home » Innovazione » Scienza » Covid, cos’è la variante XEC e dove sta colpendo di più in Italia?

Covid, cos’è la variante XEC e dove sta colpendo di più in Italia?

Il Covid torna ad affacciarsi in Italia con una variante, la XEC, che ha una caratteristica specifica. Ecco di cosa si tratta.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino29 Settembre 2024
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Covid
Una donna con maschera chirurgica (fonte: Pixabay)
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Si chiama XEC ed è una variante del virus Sars-Cov2 e sta colpendo in queste ore in particolare il Veneto. Con almeno quattro decessi accertati e dieci ricoveri in terapia intensiva. Si tratta di una variante identificata in Germania ad agosto 2024, che ora sta colpendo Europa, Nord America e Asia. Rispetto alle altre non è molto diversa, ma secondo quanto ribadito dagli esperti potrà diventare dominante. La sua caratteristica principale è che si tratta di una variante ricombinante. Ossia, generata dalla ricombinazione del materiale genetico di due varianti diverse che colpiscono la stessa persona. Nello specifico, XEC è il risultato della fusione tra la variante KS.1.1 e la variante KP.3.3, entrambe legate alla variante JN.1, dominante a inizio 2024.

grafico pandemia
Un grafico della pandemia (fonte: Unsplash)

I sintomi sono sempre gli stessi: febbre, dolori muscolari, stanchezza, tosse, mal di gola. In particolare, in Veneto, i nuovi casi sono 1.706, su persone di età compresa tra i 45 e i 64 anni.

Il professor Vincenzo Baldo, docente ordinario di Igiene all’Università di Padova, ha spiegato al Corriere della Sera:

“I contagi da Sars-Cov2 non sono mai finiti e riguardano anche gli asintomatici che possono rappresentare un pericolo per le persone fragili con cui vengono in contatto non sapendo di aver contratto il virus“.

L’unica arma a disposizione è il vaccino e l’uso costante di dispositivi come le maschierine FFP2.

“Con il passare del tempo è emersa sempre più chiaramente la capacità del virus di causare, in alcune persone, sintomi persistenti come affaticamento, difficoltà respiratorie, dolori muscolari e articolari, mal di testa, problemi di concentrazione e memoria e molti altri che rientrano appunto nel Long Covid e che peggiorano la qualità della vita. È un’ulteriore motivazione per continuare a vaccinarsi, anche se gli ultimi dati rivelano che dall’inizio dell’anno solo il 12% degli over 65 si è immunizzato, per un’immotivata preoccupazione. Un drastico calo di adesioni non riscontrata negli altri tipi di vaccinazioni, la cui copertura si attesta al 55%“.

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