E dire che a noi sembra tutto fermo. In realtà, nel nostro cielo la situazione è meno stabile di quello che si pensa. Il Sistema Solare, infatti, secondo gli astronomi, è vulnerabile a forze esterne in grado di alterarne l’equilibrio. Tra queste, una delle più sorprendenti è rappresentata dal passaggio ravvicinato di altre stelle. Simulazioni condotte da esperti hanno dimostrato che, nel corso di miliardi di anni, il passaggio di una stella sufficientemente vicina potrebbe causare seri problemi, fino a destabilizzare le orbite dei pianeti.
Sebbene le distanze tra le stelle sembrino immense, la più vicina si trova a oltre quattro anni luce da noi, nel tempo galattico i passaggi ravvicinati sono più comuni di quanto si pensi. Circa 80.000 anni fa, la “stella di Scholz” è passata a meno di un anno luce dal Sole. E in futuro, la stella Gliese 710 si avvicinerà ancora di più. Quando una stella si avvicina al nostro sistema, la sua gravità può influenzare la cosiddetta Nube di Oort, una regione ricca di comete ghiacciate che circonda il Sistema Solare. Questo può scatenare un “bombardamento cometario”, ma gli effetti non finiscono qui.

Gli astronomi Nathan Kaib e Sean Raymond, attraverso migliaia di simulazioni al computer pubblicate sulla rivista Icarus, hanno scoperto che il semplice passaggio di una stella può amplificare le instabilità già presenti tra i pianeti. Questi corpi celesti interagiscono tra loro gravitazionalmente, e una piccola perturbazione può propagarsi come un’onda. Per esempio, se l’orbita di Nettuno cambia anche leggermente, questa modifica può trasmettersi via Urano, Saturno e Giove fino a coinvolgere Mercurio. In alcuni scenari, Mercurio potrebbe essere spinto verso il Sole o espulso del tutto. Lo stesso destino, anche se con probabilità minori, potrebbe toccare a Marte, Plutone e perfino alla Terra.
I numeri parlano chiaro: Plutone ha circa il 4% di probabilità di uscire dal Sistema Solare nei prossimi cinque miliardi di anni; Mercurio fino all’1,5%; Marte lo 0,3%; la Terra lo 0,2%. In altre parole, esiste una possibilità che il nostro pianeta venga coinvolto in una collisione o espulso nello spazio profondo. Si tratta comunque di probabilità molto basse, e di eventi che richiedono miliardi di anni per concretizzarsi. Inoltre, non si prevede alcun passaggio stellare pericolosamente vicino nei prossimi milioni di anni.
Queste simulazioni dimostrano che il Sistema Solare, per quanto stabile sembri nel presente, è in realtà un equilibrio dinamico, soggetto a influenze interne ed esterne. Per i giovani studenti di oggi, la lezione è duplice: da un lato, imparare a leggere la storia del nostro Sistema con spirito critico; dall’altro, capire che la scienza, anche nel descrivere eventi lontanissimi, ci aiuta a comprendere meglio la nostra fragile posizione nell’universo.