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Home » Innovazione » Scienza » È ufficiale: i meteoriti ricchi di carbonio non colpiscono la Terra perché sono “fritti” dal Sole

È ufficiale: i meteoriti ricchi di carbonio non colpiscono la Terra perché sono “fritti” dal Sole

Le condriti carbonacee sono fondamentali per studiare l'origine della vita e nonostante siano comuni nello spazio, sulla Terra non arrivano.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino15 Aprile 2025
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asteroidi nello spazio
asteroidi nello spazio (fonte: Unsplash)
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Gli asteroidi ricchi di carbonio sono tra i più diffusi nello spazio. Eppure sulla Terra di questi meteoriti non c’è quasi traccia. Perché? Un nuovo studio pubblicato su Nature Astronomy svela finalmente il motivo, mettendo in luce un doppio processo di filtro cosmico che ne impedisce l’arrivo sul nostro pianeta. E sì, c’entra il Sole. Ma partiamo dall’inizio. I meteoriti sono frammenti di asteroidi, testimoni diretti della nascita del nostro Sistema Solare. Tra questi, le condriti carbonacee sono considerate le più antiche e incontaminate, veri e propri archivi spaziali di importanza strategica per gli astronomi. Ricche di composti organici, acqua e persino amminoacidi, rappresentano una chiave per comprendere l’origine della vita. Tuttavia, nonostante le missioni spaziali OSIRIS-REx e Hayabusa2 abbiano riportato campioni da asteroidi come Bennu e Ryugu, i meteoriti di questo tipo rinvenuti sulla Terra sono sorprendentemente pochi.

un asteroide nello spazio
un asteroide nello spazio (fonte: Unsplash/NASA)

Per comprendere questo fenomeno, un’équipe internazionale di ricercatori guidata da Patrick Shober dell’Osservatorio di Parigi e da Curtin University ha analizzato quasi 8.500 meteoroidi e oltre 500 impatti confermati, sfruttando i dati di 19 reti di osservazione di bolidi attive in 39 paesi. È la più ampia analisi del genere mai realizzata. I risultati mostrano che il viaggio verso la Terra è pieno di ostacoli per questi corpi celesti.

Il primo ostacolo è il Sole. Molti meteoroidi percorrono orbite che li portano molto vicini alla nostra stella. Il calore intenso e ripetuto a cui sono sottoposti durante questi passaggi provoca uno stress termico che indebolisce progressivamente la loro struttura. I frammenti più ricchi di carbonio, notoriamente porosi e delicati, tendono a disgregarsi nello spazio stesso, ben prima di avvicinarsi alla Terra.

Il secondo filtro è l’atmosfera terrestre. Anche quando riescono a superare la fase spaziale, le condriti carbonacee hanno pochissime probabilità di sopravvivere all’attrito atmosferico. I modelli di trasporto dimostrano che questi meteoroidi, avendo bassa densità e coesione, si disintegrano facilmente prima di raggiungere il suolo. Solo i corpi più compatti e resistenti riescono a sopravvivere all’attraversamento dell’atmosfera, motivo per cui la maggior parte dei meteoriti trovati sul nostro pianeta è composta da materiali più robusti.

Va considerata, poi, la potenza delle forze gravitazionali. Fin qui, tutto chiaro, ma perché questa scoperta è così importante? Perché in qualche modo lo studio di questi asteroidi ci aiuta a comprendere meglio il bilancio reale delle sostanze presenti nel Sistema Solare primordiale e a rivedere le ipotesi sull’origine dell’acqua e dei composti organici sulla Terra. Se una parte significativa di questo materiale si perde lungo il percorso, il campione che analizziamo oggi nei laboratori terrestri è solo una piccola e selezionata parte della realtà cosmica.

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