Il Glioblastoma è la forma più aggressiva di tumore cerebrale. Viene anche conosciuto come glioma o astrocitoma di IV grado o glioblastoma multiforme. Si chiama così perché colpisce un gruppo particolare di cellule nervose detto glia. Si tratta delle cellule più numerose del sistema nervoso, più degli stessi neuroni, ai quali fanno da collante.
Occasionalmente può colpire tronco cerebrale e midollo spinale. L’insorgenza è più frequente tra i 45 e i 75 anni, soprattutto nei maschi caucasici. Il decorso è molto veloce e il più delle volte mortale. Almeno se si parla di glioblastoma primario.
I sintomi del glioblastoma variano a seconda delle varie forme, ma tra questi troviamo:
- difficoltà di coordinazione e/o motorie
- problemi di memoria
- difficoltà di concentrazione
- crisi epilettiche
- vertigini
- paralisi
- mal di testa
- debolezza in varie parti del corpo
- cambi di umore
- irritabilità
- stato soporoso
Non è semplice individuare le cause della malattia. Solitamente il glioblastoma può insorgere a causa di alcuni fattori di rischio. Tra questi, ci sono varie patologie neurologiche (neurofibromatosi, sclerosi tuberosa, sindromi di Li-Fraumeni, di Turcot, di Von Hippel-Lindau). Le infezioni da Citomegalovirus e la continua esposizione a materiali cancerogeni.
La diagnosi è possibile tramite visita neurochirurgica che porta ad analisi più approfondite tramite TAC e risonanza.
Il glioblastoma si tratta con asportazione chirurgica, ove possibile, e con cicli di radioterapia e chemioterapia.
Tra le terapie più innovative c’è anche quella immunoterapica. Una cura, cioè, che utilizza le cellule immunitarie dello stesso paziente, rimesse in circolo, dopo un opportuno trattamento, in modo da “spingerle” a riconoscere le cellule cancerose ed eliminarle. Tuttavia, nel caso del glioblastoma questa azione non sempre porta a risultati sperati. Ciò avviene per la capacità delle cellule tumorali di somigliare ai neuroni, rendendole di fatto invisibili ai farmaci immunoterapici.
Va detto che solo il 25% dei pazienti è vivo a un anno dalla diagnosi. La percentuale scende al 5% a 5 anni dalla diagnosi. Il glioblastoma infatti ha un alto tasso di recidiva e una certa resistenza alle terapie.
La celebre scrittrice inglese Sophie Kinsella ha da poco rivelato di essere affetta da glioblastoma e di essere sotto chemioterapia. Anche se non è mai stato confermato in maniera ufficiale dalla famiglia, il glioblastoma sarebbe la malattia che ha colpito Fabrizio Frizzi, morto nel marzo del 2018.