L’Alzheimer potrebbe essere rilevato con oltre un decennio di anticipo attraverso problemi visivi apparentemente innocui. Uno studio condotto su 8.623 persone in Inghilterra ha scoperto che la sensibilità visiva ridotta è un indicatore precoce della malattia. I partecipanti hanno eseguito un test in cui dovevano individuare un triangolo che emergeva da un campo di punti in movimento. Coloro che successivamente hanno sviluppato demenza hanno mostrato tempi di risposta più lenti rispetto a chi non ha ricevuto una diagnosi.
Questo fenomeno può essere spiegato dall’accumulo delle placche amiloidi, una caratteristica distintiva dell’Alzheimer, che colpiscono inizialmente le aree del cervello coinvolte nell’elaborazione visiva. I deficit visivi osservati includono una riduzione della sensibilità al contrasto, difficoltà nel distinguere i colori della gamma blu-verde e problemi nel controllo dei movimenti oculari. Quest’ultima difficoltà si manifesta con una maggiore suscettibilità agli stimoli distraenti, un aspetto che potrebbe anche aumentare il rischio di incidenti alla guida.

Uno degli effetti più evidenti di questi disturbi è la difficoltà nel riconoscere i volti. Normalmente, il cervello segue un pattern preciso per memorizzare un nuovo volto, spostando lo sguardo dagli occhi al naso e alla bocca. Le persone con Alzheimer, invece, non seguono questa strategia, compromettendo la capacità di riconoscere volti nuovi. Questa alterazione potrebbe spiegare perché i pazienti sembrano spesso disorientati e incapaci di identificare persone familiari.
Alcune ricerche suggeriscono che esercitare i movimenti oculari possa migliorare la memoria. Attività come la lettura e la visione della TV, che stimolano il movimento costante degli occhi, sono state associate a un minore rischio di demenza. Tuttavia, l’efficacia degli esercizi mirati ai movimenti oculari per il trattamento della memoria negli anziani rimane ancora poco esplorata.
Nonostante il potenziale dei test visivi come strumento diagnostico precoce, l’uso della tecnologia di tracciamento oculare è ancora limitato al contesto di ricerca.
La diffusione di strumenti più economici e accessibili potrebbe in futuro rivoluzionare lo screening dell’Alzheimer, permettendo di individuare la malattia in una fase precoce e di intervenire tempestivamente con strategie di prevenzione e trattamento.