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Home » Innovazione » Scienza » Il fungo di The Last of Us esiste davvero (e lo hanno trovato in un’ambra preistorica)

Il fungo di The Last of Us esiste davvero (e lo hanno trovato in un’ambra preistorica)

Fungo simile a quello di The Last of Us infetta insetti da 99 milioni di anni (ed è in due fossili d’ambra).
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino25 Giugno 2025
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Fossile ambra cinese
Fossile ambra (fonte: CNN)
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In un fossile di ambra vecchio 99 milioni di anni, i paleontologi hanno scoperto una scena che sembra uscita da un film horror: una mosca con un fungo che le esplode fuori dalla testa e una giovane formica infettata da un parassita simile. Questi due fossili straordinari mostrano che già nel Cretaceo esisteva un fungo capace di infettare insetti, controllarli e infine ucciderli: una forma primitiva del famigerato Ophiocordyceps, lo stesso che ha ispirato la trama della serie The Last of Us. La scoperta, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, suggerisce che questo inquietante meccanismo di “zombificazione” esisteva già quando i dinosauri popolavano la Terra.

Lo studio è stato condotto da Yuhui Zhuang, dottorando presso l’Università di Yunnan, che ha analizzato i due fossili con microscopi ottici e tomografia 3D. Le due nuove specie di fungo identificate sono state chiamate Paleoophiocordyceps gerontoformicae (sulla formica) e Paleoophiocordyceps ironomyiae (sulla mosca). Entrambi appartengono al gruppo degli entomopatogeni, ovvero funghi che infettano insetti e, nel caso moderno, ne prendono il controllo comportamentale. Ad esempio, i funghi Ophiocordyceps che colpiscono le formiche carpentiere spingono l’ospite a lasciare il nido, salire su una foglia e mordere con forza prima che il fungo esca dal suo corpo per diffondere nuove spore.

Fungo intrappolato nell'ambra
Fungo intrappolato nell’ambra (fonte: Nanjing Institute of Geology and Palaeontology, Chinese Academy of Sciences/NIGPAS)

Nel caso della formica scoperta, si trattava però di una pupa, quindi probabilmente non era ancora in grado di muoversi. I ricercatori ipotizzano che un’adulta abbia rimosso il corpo infetto dal nido per proteggere la colonia. Una volta all’esterno, il fungo ha potuto svilupparsi e liberare le sue spore.

Questa scoperta è particolarmente preziosa perché i funghi, avendo un corpo molle, si fossilizzano raramente. Trovare un Ophiocordyceps ancora visibile su un insetto è dunque un evento eccezionale. Secondo Conrad Labandeira, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Washington, i fossili dimostrano che già nel Cretaceo i funghi agivano come regolatori delle popolazioni di insetti e avevano sviluppato strategie parassitarie complesse.

Oggi gli Ophiocordyceps infettano insetti come formiche, mosche, ragni, cicale e coleotteri, ma la scoperta di una mosca infetta risalente a milioni di anni fa è particolarmente interessante, poiché i moderni funghi infettano raramente i ditteri. Lo studio fornisce così una nuova prospettiva sull’evoluzione e la biodiversità perduta di questi antichi ecosistemi.

I due fossili provengono dalle miniere di ambra del Myanmar. Gli autori hanno precisato che i campioni furono acquistati prima del 2017, quindi non legati ai conflitti attuali nella regione.

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