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Home » Innovazione » Scienza » Alzheimer, Harvard trova una chiave segreta nel cervello: è fatta di litio

Alzheimer, Harvard trova una chiave segreta nel cervello: è fatta di litio

Una ricerca di Harvard scopre che la carenza di litio nel cervello potrebbe causare l'Alzheimer. Può cambiare il trattamento della malattia.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino9 Agosto 2025
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Caregiver al fianco di un anziano con una pallina di plastica tra le mani
Caregiver al fianco di un anziano con una pallina di plastica tra le mani (fonte: Unsplash)
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Una scoperta rivoluzionaria nella lotta contro l’Alzheimer arriva dai laboratori di Harvard. Dopo dieci anni di ricerche, gli scienziati hanno identificato una possibile causa scatenante di questa malattia gravissima: la carenza di litio nel cervello.

Il professor Bruce Yankner della Harvard Medical School ha guidato uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature che rivela come il litio si comporti naturalmente nel nostro cervello. Questa ricerca dimostra che il metallo, solitamente utilizzato in farmaci per il trattamento del disturbo bipolare, non solo è presente nei tessuti cerebrali, ma svolge un ruolo fondamentale nel proteggere i neuroni dalla degenerazione.

La scoperta è emersa analizzando i tessuti cerebrali di migliaia di partecipanti al progetto Rush Memory and Aging di Chicago. Tra tutti i metalli esaminati, il litio era l’unico a mostrare livelli drasticamente ridotti nelle persone con perdita di memoria iniziale e Alzheimer conclamato.

Gli scienziati hanno scoperto che le placche di amiloide-beta, caratteristiche dell’Alzheimer, “catturano” il litio presente nel cervello, riducendone la disponibilità per le cellule nervose. Questa carenza scatena una cascata di eventi dannosi: infiammazione cerebrale, perdita delle connessioni tra neuroni e declino cognitivo.

cavia da laboratorio
cavia da laboratorio (fonte: Pexels)

La ricerca ha dimostrato che il litio agisce come altri nutrienti essenziali, come ferro e vitamina C, svolgendo funzioni biologiche cruciali anche quando presente in piccole quantità naturali.

Gli esperimenti sui topi hanno fornito prove concrete di questa teoria. Quando gli animali venivano nutriti con una dieta povera di litio, sviluppavano rapidamente i segni caratteristici dell’Alzheimer: accumulo di placche amiloidi, grovigli di proteine tau e perdita di memoria.

La svolta è arrivata con il trattamento: somministrando ai topi un composto speciale chiamato litio orotato, i ricercatori sono riusciti a invertire i danni cerebrali e ripristinare la memoria, anche negli animali con malattia avanzata.

La ricerca suggerisce che semplici esami del sangue potrebbero identificare le persone a rischio di sviluppare Alzheimer, permettendo interventi precoci. Tuttavia, gli scienziati sottolineano la necessità di sperimentazioni cliniche sull’uomo prima di trarre conclusioni definitive.

 

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