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Home » Innovazione » Scienza » Il promezio isolato nell’acqua: ecco perché questa scoperta può essere importante per la scienza

Il promezio isolato nell’acqua: ecco perché questa scoperta può essere importante per la scienza

La scoperta colma una lacuna scientifica e apre a nuove applicazioni in campo tecnologico e medico: il promezio può essere un grande aiuto.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino9 Maggio 2025
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promezio
I dettagli del promezio sulla tavola periodica (fonte: Meteo Giornale)
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Si chiama promezio, è l’elemento numero 61 della tavola periodica e, per decenni, è rimasto un mistero per la scienza. Poco stabile, difficile da isolare, e invisibile ai metodi convenzionali, questo metallo raro era l’ultimo della famiglia dei lantanidi a non essere mai stato osservato in acqua. Ora, un gruppo di ricercatori americani ha finalmente riempito questa lacuna storica, riuscendo a studiarne la struttura in soluzione. Un passo importante che potrebbe portare a nuove tecnologie, dai dispositivi medici alle missioni spaziali.

Il promezio fa parte dei cosiddetti elementi delle terre rare, un gruppo di 17 metalli usati praticamente ovunque: dalle turbine eoliche agli smartphone, fino ai dispositivi medici e militari. Nonostante il nome, non sono così rari nella crosta terrestre, ma sono difficili da estrarre in forma pura. Il promezio è un caso ancora più estremo. Si trova in natura in quantità minime (meno di mezzo chilo in tutta la crosta terrestre in ogni momento) e non possiede isotopi stabili, il che lo rende altamente radioattivo e complesso da maneggiare.

Scoperto nel 1945 nei reattori di guerra degli Stati Uniti, il promezio ha finora evitato un’osservazione diretta nel suo stato idratato, cioè quando è disciolto in acqua. Questo ha impedito per anni di completare la cosiddetta contrazione dei lantanidi, una regola chimica che descrive la progressiva riduzione del raggio ionico di questi elementi. Tutti i lantanidi erano stati misurati, tranne il promezio, lasciando un vuoto nei manuali di chimica.

La tavola periodica degli elementi sviluppata sul modello Mendeleev
La tavola periodica degli elementi sviluppata sul modello Mendeleev (fonte: Wikipedia)

Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha risolto questo problema. I ricercatori del laboratorio nazionale di Oak Ridge (ORNL), negli Stati Uniti, hanno prodotto artificialmente una piccola quantità di promesio-147, il suo isotopo più stabile (sebbene abbia una vita media di soli 2,62 anni). Per riuscire a scioglierlo in acqua senza farlo decadere, è stata usata una speciale molecola chiamata ligando diglicolammide. Questo elementi si comporta come un artiglio chimico, capace di afferrare l’atomo e mantenerlo stabile in soluzione.

Una volta stabilizzato, il campione è stato analizzato con raggi X ad alta intensità presso il National Synchrotron Light Source II del Brookhaven Lab, e i dati ottenuti sono stati verificati con simulazioni quantistiche sul supercomputer Summit. È stato così possibile osservare, per la prima volta, la distanza tra il promezio e gli atomi d’ossigeno dell’acqua circostante, completando la curva di contrazione dei lantanidi.

Perché questa scoperta può essere importante? Perché il promezio è ideale per alimentare batterie nucleari di lunga durata. In passato, è stato usato in pacemaker e dispositivi spaziali, e oggi potrebbe trovare applicazione in sensori sottomarini, strumenti scientifici autonomi e altri apparecchi dove è utile una fonte di energia piccola, potente e sicura.

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