In questi giorni il Sole si sta dando proprio da fare. Ha sparato verso il nostro pianeta due enormi nuvole di particelle elettriche chiamate espulsioni di massa coronale (abbreviate in CME). E qui viene il bello: queste due nuvole stanno viaggiando a velocità diverse, così la seconda – quella più veloce – sta raggiungendo la prima. Quando si incontreranno, si fonderanno insieme creando quello che gli scienziati chiamano una “tempesta cannibale”. Di cosa si tratta? Facciamo un esempio. Ci sono due treni che viaggiano sullo stesso binario: il primo parte prima ma va piano, il secondo parte dopo ma corre velocissimo. Prima o poi il treno veloce raggiungerà quello lento e lo colpirà. Nel caso del Sole però non c’è uno schianto, ma una fusione. La seconda espulsione, più rapida, raggiunge la prima e le due onde di plasma si combinano generando una CME cannibale. Il risultato? Un’onda ancora più potente della somma delle due originali.
Il nome “cannibale” viene proprio da questo: è come se la seconda nuvola “mangiasse” la prima, creando un fenomeno unico e più intenso. La NASA spiega che quando questo succede, l’energia che colpisce la Terra è molto maggiore.

Il momento più intenso è previsto attorno alle 04:00 del mattino del 12 novembre. Gli esperti della NOAA (l’agenzia americana che studia il meteo spaziale) ci dicono che la tempesta potrebbe raggiungere il livello G3, cioè “forte”. Se le due nuvole si fonderanno davvero come previsto, potrebbe persino arrivare al livello G4, ancora più intenso.
Ma c’è un problema: prevedere con precisione questi fenomeni è difficile. La fusione potrebbe avvenire poco prima di raggiungere la Terra, ma anche poco dopo averla superata. I modelli vengono aggiornati continuamente mentre le nuvole si avvicinano.
La notizia più entusiasmante? Con un indice Kp pari o superiore a 7, le aurore potrebbero diventare visibili anche in Italia, specialmente nelle regioni del Nord come Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli. Non saranno probabilmente visibili a occhio nudo come quelle dell’Artico, ma le fotocamere – che sono più sensibili alla luce debole – potrebbero catturare splendidi bagliori rossi nel cielo notturno.
Le aurore nascono quando le particelle cariche provenienti dal Sole colpiscono gli atomi di ossigeno e azoto nella parte alta della nostra atmosfera. Questi atomi si “eccitano” (termine scientifico, non significa che sono felici!) e rilasciano luce colorata. In Italia potremmo vedere fenomeni come gli archi aurorali rossi, chiamati tecnicamente SAR.
C’è da preoccuparsi? Assolutamente no. Una tempesta G3 o anche G4 non causa blackout elettrici né danni alle persone. Le nostre infrastrutture moderne sono progettate per resistere a disturbi di questo tipo. Gli unici possibili fastidi riguardano temporanee interferenze nelle comunicazioni radio e qualche piccola difficoltà per i satelliti nel mantenersi orientati correttamente.
Per dare un’idea: l’evento più estremo mai registrato, il “Carrington Event” del 1859, generò aurore visibili fino ai Caraibi e mandò in corto circuito i telegrafi. Ma era una tempesta di categoria molto superiore, e oggi i sistemi di monitoraggio ci permettono di prendere precauzioni in anticipo.
Il Sole sta impazzendo? Niente paura, è tutto normale. Il Sole attraversa cicli di attività che durano circa undici anni. Attualmente siamo nel picco di uno di questi cicli, il che significa che è particolarmente attivo. Le tempeste cannibali non sono rarissime in questi periodi: nel 2024 se ne sono verificate diverse, e anche a Capodanno 2025 abbiamo avuto fenomeni simili. Come se non bastasse, alle 11:04 di oggi, 11 novembre, si è verificato un brillamento solare di classe X5.1, uno degli eventi più potenti degli ultimi mesi. Questo brillamento ha causato temporanei blackout radio in Europa, Mediterraneo e Nord Africa. È partito dalla stessa zona del Sole che ha generato le due CME: una macchia solare chiamata AR 4274, particolarmente irrequieta in questo periodo.
Se vuoi provare a vedere le aurore questa notte, ecco qualche consiglio: cerca un posto buio lontano dalle luci della città, guarda verso nord tra le 03:00 e le 05:00, porta con te una fotocamera (anche quella dello smartphone va bene se ha la modalità notturna). E incrociamo le dita che il cielo sia sereno!
Le app che monitorano il meteo spaziale come SpaceWeatherLive o Aurora Alerts ti possono avvisare quando l’attività magnetica raggiunge il picco.



