L’influenza intestinale 2023, o meglio gastroenterite, è di origine virale e si manifesta con sintomi come crampi alla pancia, nausea o vomito, diarrea e anche febbre, seppur in una minima percentuale. La fase acuta dura un paio di giorni e si stabilizza in maniera naturale, con dieta leggera e riposo. Nei casi più ostinati, si possono reintegrare i liquidi persi con integratori specifici, fermenti lattici e farmaci antidiarroici.
A originare l’influenza intestinale è il rotavirus, un microrganismo di forma circolare che colpisce in particolare i bambini, soprattutto nel periodo invernale. Essa si contrae per contatto diretto con una persona infetta, tramite condivisione di posate, asciugamani, cibo e via di seguito. Sarà importante quindi lavare sempre le mani nei casi di vicinanza a una persona ammalata, facendo attenzione a non contagiarsi toccando gli stessi oggetti.
L’infezione virale può essere contratta anche per ingestione di cibo contaminato. Particolare attenzione destano in tal senso i molluschi crudi e i frutti di bosco, freschi o congelati. In particolare questi ultimi vanno sempre consumati cotti. E mai crudi, lasciandoli scongelare.
Come tutte le patologie di origine virale, non esiste una terapia farmacologica specifica. Grande importanza riveste la dieta che durante l’influenza intestinale dovrà essere in bianco. E dovrà prediligere alimenti digeribili come pane, riso, pesce e carne bianca, mele e pere.
L’influenza 2023 vera e propria, dunque, deve ancora arrivare, ma in questi caldissimi giorni autunnali si stanno già diffondendo delle forme parainfluenzali con il loro corollario di sintomi classici: mal di gola, tosse, raffreddore. E disturbi a stomaco e pancia nella variante intestinale.
Si segnalano circa 60-80.000 casi a settimana di forme parainfluenzali, ovvero simili all’influenza ma non influenza vera e propria. E tra questi, un terzo dei casi mostra sintomi gastro-intestinali, da trattare come detto con automedicazione coscienziosa.
La stima di casi parainfluenzali prevista dai virologi è di circa 10 milioni di casi nei prossimi mesi, a cui si aggiungeranno i 5-6 milioni di casi di influenza vera e propria, contraddistinta anche da febbre molto alta e problematiche respiratorie.