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Home » Innovazione » Scienza » La cannabis? Fa male al cuore (soprattutto per gli under 50)

La cannabis? Fa male al cuore (soprattutto per gli under 50)

Gli under 50 che usano cannabis hanno un rischio sei volte maggiore di infarto rispetto ai non utilizzatori.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino19 Marzo 2025
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foglie di marijuana
foglie di marijuana (fonte: Unsplash)
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La cannabis è sempre più diffusa e, con la legalizzazione in molti paesi, viene spesso percepita come una sostanza sicura. Tuttavia, due recenti studi sollevano un serio allarme: l’uso regolare di marijuana aumenta in modo significativo il rischio di infarto, anche nei giovani e negli adulti sani sotto i 50 anni. Secondo i dati raccolti, chi fa uso di cannabis ha un rischio sei volte superiore di avere un infarto rispetto ai non consumatori. Queste ricerche, che analizzano milioni di casi, dimostrano che la cannabis non è priva di effetti negativi sul cuore e che il suo impatto sulla salute cardiovascolare è comparabile a quello del fumo di sigaretta.

Gli studi sono stati condotti utilizzando due metodi diversi: Un’analisi retrospettiva su oltre 4,6 milioni di persone e una meta-analisi di 12 studi precedenti, per un totale di oltre 75 milioni di soggetti analizzati. I risultati sono chiari. Chi usa cannabis ha un rischio molto più alto di infarto, ictus e insufficienza cardiaca. In particolare, i giovani sotto i 50 anni che consumano marijuana hanno:

  • 6 volte più probabilità di avere un infarto rispetto ai non utilizzatori.
  • 2 volte più probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca.
  • 3 volte più probabilità di morire per cause cardiovascolari, infarto o ictus.

Le ricerche hanno incluso solo persone sane, senza ipertensione, diabete, colesterolo alto o altri fattori di rischio cardiovascolare noti. Questo significa che l’aumento del rischio è legato direttamente all’uso della cannabis, non ad altri problemi di salute preesistenti.

uno spinello
uno spinello (fonte: Unsplash)

Uno degli aspetti più preoccupanti emersi è che il rischio di infarto raggiunge il picco entro un’ora dal consumo di marijuana. Ciò suggerisce che il suo effetto sul cuore è immediato e può essere particolarmente pericoloso per chi la usa regolarmente. Anche se gli scienziati non hanno ancora chiarito completamente i meccanismi precisi, le ipotesi principali sono:

  • Alterazione del ritmo cardiaco, con un aumento della frequenza cardiaca che può favorire aritmie pericolose.
  • Aumento della richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco, che può causare ischemie e infarti, soprattutto in soggetti predisposti.
  • Problemi nella dilatazione dei vasi sanguigni, che possono rendere più difficile il passaggio del sangue e aumentare il rischio di coaguli.

Un altro dato allarmante è che il rischio cardiovascolare della cannabis è probabilmente sottostimato, perché molte persone non dichiarano il proprio consumo o lo associano ad altre sostanze, come alcol o droghe stimolanti, rendendo più difficile valutare gli effetti specifici della marijuana. Tuttavia, la crescente potenza della cannabis in commercio potrebbe aggravare ulteriormente il problema. Oggi alcuni prodotti superano il 90% di THC, contro il 3-10% degli anni ’90, aumentando il rischio di effetti avversi.

Oltre ai problemi cardiovascolari, l’uso regolare di cannabis è stato associato a un rischio maggiore di ictus, danni ai polmoni, disturbi mentali e dipendenza. Circa 3 consumatori su 10 sviluppano un disturbo da uso di cannabis, con sintomi simili a quelli della dipendenza da altre droghe.

Di fronte a queste evidenze, i ricercatori raccomandano che i medici includano domande sull’uso di cannabis nelle visite di routine, proprio come fanno con il fumo di sigaretta. Inoltre, servirebbero campagne di sensibilizzazione per informare il pubblico sui rischi reali del consumo di marijuana (che secondo un altro studio avrebbe influssi anche sulla memoria).

Anche se la cannabis viene spesso considerata una sostanza “naturale” e innocua, i dati scientifici mostrano chiaramente che può avere effetti gravi sulla salute del cuore, soprattutto nei giovani.

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