La maratona è spesso considerata il simbolo del massimo benessere fisico e della resistenza umana. Tuttavia, un recente studio condotto da ricercatori internazionali e pubblicato su Nature Metabolism ha sollevato un’interessante questione: correre per 42 chilometri potrebbe causare un danno temporaneo e invisibile al cervello. La scoperta riguarda la mielina, una sostanza grassa fondamentale per la trasmissione dei segnali nervosi, che subisce una diminuzione significativa dopo sforzi estremi come una maratona.
Il team di ricerca ha monitorato 10 maratoneti (otto uomini e due donne) sottoponendoli a risonanze magnetiche entro due giorni dalla corsa. Le immagini hanno rivelato una riduzione evidente dell’indicatore indiretto del contenuto di mielina, in alcune specifiche aree cerebrali. Le zone colpite riguardano la coordinazione motoria, l’elaborazione sensoriale e l’integrazione emotiva.

Ma cosa significa realmente questa scoperta? La mielina, composta principalmente da lipidi e proteine, ha un ruolo essenziale nella trasmissione rapida degli impulsi nervosi e funge da guaina protettiva per le fibre nervose, garantendo una comunicazione rapida ed efficiente tra le cellule del sistema nervoso. Quando le riserve energetiche classiche (come il glucosio) si esauriscono durante sforzi estremi, il corpo potrebbe iniziare a utilizzare le riserve di grasso disponibili anche nel cervello, come la mielina, per compensare il deficit metabolico.
Nonostante l’apparente gravità, la buona notizia è che il danno osservato non è permanente. I livelli di mielina, infatti, tendono a rigenerarsi spontaneamente nel giro di circa due mesi. Questo meccanismo di recupero è coerente con quanto osservato in precedenti studi su modelli animali, che suggeriscono come i lipidi contenuti nella mielina possano funzionare da riserva energetica in condizioni estreme.
L’indagine scientifica apre nuovi scenari sul rapporto tra sport di resistenza e salute neurologica. Non si tratta di un invito ad abbandonare la corsa, ma piuttosto di un’occasione per riflettere su quanto poco si sappia degli effetti cerebrali dello sforzo fisico prolungato. Mentre la corsa migliora la circolazione, riduce lo stress e potenzia la memoria, è importante essere consapevoli che anche il cervello può risentire di un’attività spinta al limite.
In attesa di ulteriori ricerche su scala più ampia, i risultati evidenziano un fatto importante: il corpo umano, anche nella sua straordinaria resistenza, ha bisogno di recupero, anche a livello cerebrale.