Con effetto Mandela s’intende la memoria collettiva o meno di un ricordo che, in realtà, non è mai accaduto. Questo particolare fenomeno porta il nome del famoso attivista anti-apartheid perché in molti pensano di ricordare con esattezza che Mandela sia morto durante la sua prigionia negli anni Ottanta, ma in realtà, liberato dopo 27 anni di reclusione, ha vissuto una lunga vita diventando anche presidente del Sudafrica fino al 1999 per poi morire nel 2013 all’età di 95 anni.
Altri esempi celebri di effetto Mandela riguardano l’uomo sulla scatola del Monopoli che nella memoria collettiva indossa un monocolo anche se non è così Per finire con una delle battute più famose della storia del cinema, ossia quella in cui Darth Veder nella saga di Star Wars si confronta con Luke svelando il loro legame. Molti, infatti, ricordano il personaggio dire “Luke, io sono tuo padre” quando, in realtà, la battuta esatta è “No, sono tuo padre”.
Ma come fa la nostra mente a convincerci di avere ricordi di eventi mai realmente accaduti? E com’è possibile che grandi gruppi di persone condividano tutti lo stesso identico falso ricordo? Gli psicologi hanno provato a spiegare questo fenomeno sconcertante attraverso lo studio Consciousness and Cognition, su cui si basa l’articolo pubblicato da Forbes. Qui viene spiegato che immagini specifiche della cultura popolare portano costantemente a particolari falsi ricordi. La loro conclusione è stata che questi errori si verificano spontaneamente durante il richiamo della memoria, sottolineando che, nonostante la maggioranza sperimenta visivamente l’immagine corretta, le persone commettono costantemente lo stesso errore di falsa memoria per determinate immagini.
In sostanza, il fenomeno non può essere ancora spiegato con esattezza. Gli studiosi, per ora, non hanno potuto far altro che ammettere la fragilità della memoria che, nel corso del tempo e a causa dei condizionamenti culturali, può svanire o commettere errori.