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Home » Innovazione » Scienza » Lo spazio può alterare i geni? Il clamoroso caso di Scott Kelly in realtà era una bufala

Lo spazio può alterare i geni? Il clamoroso caso di Scott Kelly in realtà era una bufala

L’astronauta Scott Kelly è stato oggetto di uno studio sulla genetica. Con una "notizia" errata sul suo DNA (e quello del gemello Mark).
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino16 Marzo 2025
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Scott e Mark Kelly
Scott e Mark Kelly (fonte: Britannica)
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Nel 2015, l’astronauta Scott Kelly ha trascorso 340 giorni a bordo della ISS come parte dello Year in Space Program, un esperimento volto a studiare gli effetti del volo spaziale prolungato sul corpo umano. Scott ha un fratello gemello identico, Mark Kelly, anch’egli astronauta, il che ha permesso ai ricercatori della NASA di confrontare il loro DNA prima, durante e dopo la missione.

Nel 2018, alcuni media hanno diffuso la notizia che il 7% del DNA di Scott Kelly fosse stato alterato in modo permanente a causa della permanenza nello spazio. Questo avrebbe suggerito che l’esposizione prolungata all’assenza di gravità e alle radiazioni cosmiche potesse portare a mutazioni genetiche significative. Tuttavia, la NASA ha rapidamente chiarito l’equivoco: il DNA di Kelly non era stato modificato, ma aveva subito cambiamenti epigenetici temporanei.

ASTRONAUTA NELLO SPAZIO
Astronauta nello spazio (fonte: Pexels)

Cosa è realmente successo al DNA di Scott Kelly? Lo studio ha evidenziato alcuni effetti biologici causati dall’ambiente spaziale, tra cui:

  •  Alcuni geni di Kelly si sono attivati o disattivati in risposta allo stress del viaggio spaziale, ma sono tornati alla normalità dopo il rientro sulla Terra.
  • I telomeri (le estremità protettive dei cromosomi) di Scott si sono allungati nello spazio, un fenomeno inaspettato, ma sono tornati alla lunghezza originale dopo il rientro.
  •  Alcune risposte immunitarie sono state amplificate, segnalando un adattamento all’ambiente spaziale.

La differenza chiave tra mutazioni genetiche e cambiamenti epigenetici è che le prime modificano la sequenza del DNA in modo permanente, mentre le seconde regolano l’espressione dei geni senza alterare la loro struttura. Nel caso di Kelly, gli effetti osservati sono stati reversibili e non hanno comportato una riscrittura del codice genetico.

In sintesi, l’idea che lo spazio possa alterare permanentemente il DNA umano è una semplificazione errata. Sebbene la microgravità e le radiazioni cosmiche possano influenzare l’espressione genica e il metabolismo cellulare, non esistono prove che lo spazio riscriva il patrimonio genetico umano.

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