Altro che fantascienza. L’idea di colonizzare altri pianeti e di andare in giro per lo spazio è più viva che mai. Soprattutto in questi ultimi anni difficilissimi per la Terra, tra pandemie, eventi climatici estremi e disastri naturali. Ma possiamo davvero riprodurci fuori dal nostro habitat naturale? Un team di scienziati giapponesi, guidato dal professor Teruhiko Wakayama, sta esplorando questa possibilità utilizzando sperma di topo liofilizzato e conservato nello spazio. I campioni servono a capire come fanno i mammiferi a riprodursi in un ambiente diverso. La speranza è che questa ricerca contribuisca a gettare le basi per una futura vita extraterrestre.
Negli esperimenti recenti, lo sperma di topo è stato inviato sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e conservato in un contenitore protetto dalle radiazioni per sei anni. Al ritorno sulla Terra, i campioni sono stati reidratati e utilizzati per generare cuccioli di topo sani, dimostrando che le cellule riproduttive possono sopravvivere a lunghi periodi nello spazio. Questa tecnica di liofilizzazione potrebbe potenzialmente mantenere lo sperma vitale per 200 anni. Tuttavia, Wakayama ritiene che questo tempo non sia sufficiente per garantire la conservazione genetica a lungo termine, motivo per cui sta sviluppando nuove tecnologie per proteggere le cellule dalla radiazione cosmica anche a temperatura ambiente.
Da decenni gli scienziati studiano come la microgravità e la radiazione cosmica influenzino i processi biologici. Negli anni ’90, per esempio, uova di pollo, girini e altri animali furono inviati nello spazio per osservare il loro sviluppo. Sebbene molti organismi abbiano completato il ciclo riproduttivo in orbita, la riproduzione dei mammiferi rimane una sfida. L’assenza di gravità potrebbe influire negativamente sulla formazione del sistema nervoso e degli arti, mentre il DNA danneggiato da radiazioni potrebbe causare mutazioni genetiche.
La ricerca di Wakayama è particolarmente rilevante dato l’impegno crescente per la colonizzazione spaziale. Entro il 2026, il programma Artemis della NASA prevede di riportare astronauti sulla Luna per stabilire una presenza permanente. E SpaceX potrebbe avviare missioni con equipaggio verso Marte nei prossimi quattro anni. Tuttavia, vivere nello spazio presenta rischi significativi:
- radiazioni cosmiche
- perdita di massa ossea e muscolare
- problemi di vista
- sistema immunitario indebolito.
La riproduzione, per quanto fondamentale per la continuità della specie, è attualmente una priorità secondaria rispetto alla protezione degli astronauti.