Un nuovo studio su larga scala ha confermato ciò che molti speravano non fosse vero: qualsiasi quantità di alcol, anche moderata, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare demenza. La ricerca, condotta da università di prestigio come Oxford, Yale e Cambridge, rappresenta l’analisi più completa mai realizzata sul legame tra consumo di alcol e salute cerebrale. I risultati, pubblicati sulla rivista BMJ Evidence-Based Medicine, demoliscono una credenza diffusa da decenni: quella secondo cui bere piccole quantità di alcol potrebbe avere effetti protettivi sul cervello.
Lo studio ha analizzato dati provenienti da oltre mezzo milione di partecipanti del US Million Veteran Program e della UK Biobank. I ricercatori hanno inoltre esaminato la correlazione genetica tra predisposizione al consumo di alcol e abuso alcolico su un campione di oltre 2,4 milioni di persone in 45 studi individuali. Questa ampiezza senza precedenti conferisce ai risultati un peso scientifico notevole.

I dati emersi sono inequivocabili: un aumento di tre volte nel numero di bevande alcoliche consumate settimanalmente comporta un incremento del 15% del rischio di demenza. Non esiste una soglia sicura, nemmeno per chi beve in modo leggero o moderato. Il dottor Stephen Burgess, statistico dell’Università di Cambridge, ha spiegato come l’approccio genetico utilizzato nello studio permetta di distinguere tra correlazione e causalità:
La natura casuale dell’ereditarietà genetica ci consente di confrontare gruppi con livelli più alti e più bassi di consumo di alcol in modo da trarre conclusioni che sciolgono la confusione tra correlazione e causa. I nostri risultati non valgono solo per coloro che hanno una particolare predisposizione genetica, ma per chiunque scelga di bere. Il nostro studio suggerisce che un maggiore consumo di alcol porta a un rischio più elevato di demenza.
Questa scoperta arriva in un momento in cui questa condizione rappresenta una delle principali sfide sanitarie globali, con milioni di persone colpite in tutto il mondo. Ridurre il consumo di alcol a livello individuale e collettivo potrebbe quindi rappresentare una strategia preventiva efficace, accessibile e misurabile per contrastare l’incidenza di questa malattia devastante.