Un oggetto misterioso, in arrivo da un altro sistema stellare, sta attraversando il nostro Sistema Solare. Si chiama 3I/ATLAS ed è stato individuato per la prima volta dal telescopio ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) situato a Rio Hurtado, in Cile, e finanziato dalla NASA. L’entusiasmo della comunità scientifica è altissimo: si tratta infatti del terzo oggetto interstellare mai rilevato, dopo ‘Oumuamua (2017) e Borisov (2019), e probabilmente del più grande finora scoperto.
3I/ATLAS è stato classificato come cometa, a causa della sua composizione ghiacciata: presenta infatti una lieve “sfocatura” visibile dai telescopi, segno che è ricco di ghiaccio e non di roccia. Le sue dimensioni sono stimate tra 10 e 20 chilometri di diametro, anche se potrebbero essere inferiori se il materiale è molto riflettente.
La traiettoria dell’oggetto è iperveloce: si muove a oltre 60 km al secondo, e non è legata all’orbita del Sole, il che conferma che non proviene dal nostro Sistema Solare ma dallo spazio interstellare. Attualmente si trova a circa 670 milioni di chilometri dalla Terra, una distanza simile a quella di Giove, e passerà a circa 130 milioni di miglia dal Sole (appena all’interno dell’orbita di Marte) verso fine ottobre.

Non ci sono rischi, chiariamolo subito. 3I/ATLAS non entrerà in collisione con la Terra, né con altri pianeti. Tuttavia, sarà difficile da osservare direttamente: al momento è visibile solo dall’emisfero sud e diventerà troppo vicino al Sole per essere osservato tra ottobre e dicembre, per poi riapparire nella seconda metà di dicembre.
La scoperta è stata resa possibile anche grazie all’analisi di dati precedenti, risalenti al 14 giugno, raccolti da telescopi in tutto il mondo, tra cui il Palomar Observatory in California. Secondo i modelli, potrebbero esserci fino a 10.000 oggetti simili che attraversano il nostro Sistema Solare senza essere notati, e l’osservatorio Vera C. Rubin in Cile potrebbe individuarli molto più spesso in futuro.
Questo oggetto rappresenta un’occasione unica per studiare la materia di altri sistemi stellari, e potrebbe perfino contenere molecole alla base della vita, come gli amminoacidi. Non sarà possibile inviare una missione spaziale per intercettarlo, ma le osservazioni da Terra forniranno dati preziosi su come si formano le comete fuori dal nostro sistema e su come vagano, “libere”, nella galassia.