Il tremore è una risposta automatica del corpo per mantenere la temperatura interna stabile quando si è esposti al freddo. Questo fenomeno è regolato dall’ipotalamo, la regione del cervello responsabile della termoregolazione.
Quando la temperatura corporea scende sotto il livello ottimale di circa 37°C, l’ipotalamo attiva una serie di risposte fisiologiche per generare calore. Il tremore muscolare è una di queste: consiste in contrazioni rapide e involontarie dei muscoli, che producono calore come effetto secondario del movimento.
Questo meccanismo si basa sul principio della termogenesi da brivido, che può aumentare la produzione di calore fino a cinque volte rispetto al normale metabolismo a riposo. Il corpo cerca così di contrastare la dispersione di calore, limitando la perdita energetica e proteggendo gli organi vitali.

Oltre ai brividi, il corpo mette in atto altre strategie per ridurre la dispersione termica, come la vasocostrizione (riduzione del diametro dei vasi sanguigni periferici), che limita il flusso di sangue verso la pelle per trattenere il calore negli organi interni.
Se l’esposizione al freddo prosegue, possono attivarsi altri meccanismi, come la termogenesi senza brivido, che coinvolge il tessuto adiposo bruno, un particolare tipo di grasso capace di produrre calore direttamente, senza il movimento muscolare. Questo risposta metabolica, tra l’altro, è alla base di quelle particolari diete che puntano sull’esposizione controllata al freddo per aumentare il consumo calorico e favorire la perdita di peso.
Al di là di questo, però, il tremore da freddo, il brivido, è un sofisticato meccanismo di difesa, che protegge l’organismo dall’ipotermia e garantisce la sopravvivenza in ambienti ostili.