Fino a poco tempo fa, gli scienziati potevano solo ipotizzare cosa mangiassero i sauropodi, ovvero i grandi dinosauri erbivori dal collo lungo. Ora però, per la prima volta, sono stati trovati resti fossilizzati del contenuto dello stomaco di uno di loro, e la scoperta ha permesso di confermare con certezza diverse teorie sull’alimentazione di questi giganti preistorici. Il ritrovamento è avvenuto in Australia, dove nel 2017 un team ha scavato lo scheletro quasi completo di un Diamantinasaurus matildae, vissuto circa 100 milioni di anni fa. In mezzo alle sue ossa, gli scienziati hanno notato una strana roccia fratturata: era lo stomaco fossilizzato, contenente frammenti ben conservati di piante.
Grazie a questo cololite (così si chiamano i contenuti intestinali fossilizzati), oggi sappiamo che i sauropodi erano erbivori generalisti: mangiavano un po’ di tutto. Tra i resti vegetali sono stati trovati rametti di conifere, frutti di felci a seme, foglie di piante con fiori (angiosperme) e piccoli germogli, cioè le parti più giovani e tenere delle piante. Questi dinosauri non selezionavano troppo ciò che mangiavano: afferravano quello che era a portata, dalle piante basse alle chiome più alte, e lo inghiottivano senza masticare a fondo.

L’analisi ha mostrato che i frammenti vegetali non erano triturati, ma solo spezzati. Questo significa che il sauropode non masticava bene, lasciando il lavoro alla fermentazione nello stomaco, aiutato da batteri intestinali specializzati. Proprio come fanno alcuni grandi erbivori di oggi, come mucche ed elefanti, che hanno un intestino molto sviluppato per digerire la cellulosa. La presenza di composti chimici legati sia alle conifere (gimnosperme) sia alle angiosperme conferma la varietà della dieta, e mostra che questi dinosauri si erano adattati a mangiare anche piante comparse relativamente da poco nel loro ecosistema.
Un altro dettaglio interessante è che l’esemplare trovato era giovane, un subadulto, non ancora completamente cresciuto. Questo ha aiutato i ricercatori a capire anche come cambiava l’alimentazione durante la crescita. I cuccioli di sauropode probabilmente si cibavano solo di vegetazione bassa, mentre crescendo potevano raggiungere piante sempre più alte. Inoltre, la presenza di germogli, brattee e baccelli nello stomaco suggerisce che questi dinosauri puntassero alle parti più fresche e nutrienti della vegetazione.
Questa scoperta è importantissima perché, nonostante si conoscano fossili di sauropodi in tutto il mondo e se ne studino i denti e le ossa da più di un secolo, nessuno finora aveva mai trovato un loro pasto fossilizzato. Secondo gli scienziati, questo tipo di alimentazione, in tre parole semplice, variata e poco selettiva, potrebbe spiegare il successo evolutivo del gruppo Sauropoda, durato almeno 130 milioni di anni. Tuttavia, i ricercatori avvertono che si tratta di un singolo ritrovamento: non è detto che rappresenti la dieta abituale di tutti i sauropodi o che mostri cosa mangiassero in tutte le stagioni.