Un team di scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory ha annunciato la scoperta di “berkelocene”, la prima molecola organometallica contenente legami chimici tra il metallo pesante berkelio e il carbonio. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Science, offre una prospettiva rivoluzionaria sulla chimica degli attinidi e potrebbe avere implicazioni per la gestione dei rifiuti nucleari.
La struttura della molecola è simile a quella dell'”uranocene”, una complessa molecola di uranio scoperta negli anni ’60, ma presenta proprietà chimiche uniche.

Il berkelio, elemento radioattivo con numero atomico 97, appartiene alla serie degli attinidi e fu scoperto nel 1949 dallo scienziato Glenn Seaborg al Berkeley Lab. Tuttavia, il suo studio è sempre stato ostacolato dalla rarità dell’elemento e dalla sua elevata radioattività. Il team di ricercatori è riuscito a sintetizzare il berkelocene utilizzando appena 0,3 milligrammi di berkelio-249, un isotopo altamente radioattivo fornito dal National Isotope Development Center. La molecola è stata creata in speciali glovebox progettate per garantire un ambiente privo di aria e proteggere sia i ricercatori che il composto.
La struttura del berkelocene è stata determinata attraverso esperimenti di diffrazione a raggi X su cristalli singoli. Da qui è stato possibile vedere come l’elemento sia stabilizzato dai legami con i due anelli di carbonio. In una sorta di conformazione “a sandwich”, con l’atomo di berkelio tra due anelli di carbonio.
Il berkelocene rappresenta un importante passo avanti nella chimica dei metalli pesanti e nell’esplorazione della parte meno studiata della tavola periodica. La sua scoperta dimostra, per la prima volta, che il berkelio può formare legami stabili con il carbonio. Questo cambia il modo in cui gli scienziati comprendono il comportamento degli attinidi, una famiglia di elementi radioattivi con un ruolo chiave nella gestione dei rifiuti nucleari e nelle tecnologie energetiche. Ciò potrebbe avere implicazioni dirette in termini di ricorso a un’energia nucleare sicura.
Inoltre, il berkelocene aiuta a prevedere meglio le proprietà chimiche di altri elementi poco studiati, facilitando lo sviluppo di nuovi materiali e strategie per trattare sostanze altamente radioattive. La sua struttura unica offre una nuova prospettiva sulla chimica degli elementi più pesanti della tavola periodica, un campo ancora ricco di misteri.