Dopo decenni di ricerche, gli astronomi hanno individuato quattro nuovi esopianeti attorno alla Stella di Barnard, una delle più vicine al nostro Sistema Solare. La scoperta, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, rappresenta un’importante conferma della presenza di piccoli pianeti rocciosi intorno a stelle nane rosse, un tipo di astro molto comune nella nostra galassia. I nuovi mondi, definiti “sub-Terre” per la loro massa inferiore a quella terrestre, orbitano a una distanza ravvicinata dalla loro stella, completando un giro in meno di sette giorni.
La Stella di Barnard, scoperta nel 1916 dall’astronomo E.E. Barnard, è una nana rossa a bassa massa, situata a circa 6 anni luce dalla Terra. Nonostante la sua vicinanza, fino ad ora le ricerche di pianeti in orbita attorno a essa avevano prodotto risultati incerti. Tuttavia, grazie all’uso di strumenti altamente sensibili come MAROON-X, montato sul telescopio Gemini North nelle Hawaii, e il potente spettrografo ESPRESSO sul Very Large Telescope in Cile, è stato possibile rilevare variazioni nella velocità radiale della stella, segno inequivocabile della presenza di corpi in orbita.

I quattro pianeti scoperti sono significativamente più piccoli rispetto ai giganti gassosi individuati in altri sistemi stellari e hanno masse comprese tra il 19% e il 34% di quella terrestre. Le loro orbite sono estremamente strette: il più lontano tra loro impiega meno di sette giorni per completare un giro attorno alla Stella di Barnard, mentre il più vicino meno di tre giorni. Questa vicinanza implica temperature superficiali molto elevate, che rendono improbabile la presenza di acqua liquida e di condizioni adatte alla vita.
Gli scienziati sottolineano che, durante la fase iniziale della sua evoluzione, la Stella di Barnard ha probabilmente emesso forti radiazioni X e ultraviolette, oltre a frequenti eruzioni stellari, che avrebbero eroso eventuali atmosfere e impedito la formazione di ambienti abitabili su questi pianeti. Tuttavia, la scoperta riveste un’importanza cruciale per la comprensione della formazione planetaria attorno alle nane rosse, che costituiscono circa il 70% delle stelle della Via Lattea.
La ricerca si è basata sull’analisi di dati raccolti per oltre tre anni, durante 112 notti di osservazione, e ha visto la collaborazione di astronomi di istituzioni prestigiose come l’Università di Chicago, il NOIRLab della National Science Foundation e l’Osservatorio Gemini. Inizialmente, si pensava che attorno alla Stella di Barnard orbitasse un solo pianeta, ma il lavoro combinato di diversi telescopi ha rivelato la presenza di altri tre mondi. Questo rappresenta un significativo avanzamento tecnologico, dato che fino a pochi anni fa strumenti meno precisi avrebbero potuto generare falsi positivi.
Sebbene questi quattro esopianeti non siano abitabili, la loro scoperta dimostra l’efficacia dei nuovi strumenti nel rilevare mondi sempre più piccoli e simili alla Terra. Gli scienziati sperano che tecniche simili possano essere impiegate per individuare pianeti rocciosi nella “zona abitabile” di altre stelle vicine, aumentando così le probabilità di scoprire ambienti favorevoli alla vita al di fuori del nostro Sistema Solare.