C’è un collegamento tra il morbo di Parkinson e il golf. Non c’entra lo sport in sé, ma un dato ancora più particolare. Secondo un nuovo studio americano pubblicato su JAMA Network Open c’è una connessione tra vivere vicino a un campo da golf e il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. A causare questo collegamento non è il golf, ma l’ambiente che lo circonda. In particolare, l’uso intensivo di pesticidi sui campi e la possibile contaminazione delle falde acquifere da cui proviene l’acqua potabile.
Il morbo di Parkinson è una malattia neurologica che colpisce il sistema nervoso e provoca tremori, rigidità muscolare e lentezza nei movimenti. Colpisce circa 10 milioni di persone nel mondo e, secondo la Parkinson’s Foundation, il numero dei casi è in rapido aumento.
Lo studio è stato condotto analizzando dati tra il 1991 e il 2015, basati su 419 casi di Parkinson e oltre 5.000 persone sane nella contea di Olmsted, Minnesota. I ricercatori hanno poi incrociato queste informazioni con le mappe dei campi da golf e dei pozzi municipali della zona. Cosa è emerso? Che le probabilità di ammalarsi diminuiscono progressivamente man mano che aumenta la distanza dal campo da golf.

Più nel dettaglio, chi abita entro 1 miglio da un campo da golf ha un rischio più che raddoppiato (126%) rispetto a chi vive oltre 6 miglia. E non è tutto: nelle aree dove l’acqua potabile proviene da falde vulnerabili situate vicino a campi da golf, il rischio risulta aumentato dell’82% rispetto alle zone dove le falde sono protette. Chi riceve l’acqua da servizi idrici pubblici vicini a un campo da golf ha un rischio quasi doppio rispetto a chi la riceve da aree senza campi o da pozzi privati.
Il sospetto principale ricade sui pesticidi utilizzati per mantenere i campi da golf verdi e ordinati. Composti come il paraquat e il rotenone, già in passato collegati a danni neurologici, potrebbero infiltrarsi nel terreno e contaminare le acque sotterranee. I ricercatori non possono ancora dimostrare una causa diretta, ma il legame osservato è forte e statisticamente significativo.
Lo studio, dunque, lancia un allarme importante: il rischio di Parkinson potrebbe essere influenzato anche da dove si vive e da come viene trattato l’ambiente intorno alle abitazioni. Al di là dei campi da golf, il problema ambientale può avere un valore assoluto nello sviluppo della patologia.