Il bug informatico si chiama così perché effettivamente il primo malfunzionamento mai registrato su un computer è stato causato un insetto, intrappolato tra i suoi relè elettromeccanici. Era il 9 settembre 1947 e un gruppo di tecnici, guidato da Grace Hopper, stava lavorando su un computer Mark II. A un certo punto il meccanismo si bloccò e studiando il dispositivo si accorsero che c’era una falena incastrata nei circuiti. Hopper declamò con ironia che quello fosse il “First actual case of bug being found“. Ovvero, il primo caso di “insetto” ravvisato.
La matematica nonché pioniera dell’informatica, dunque, sfruttò l’occasione reale per dar corpo a un’espressione che già Thomas Alva Edison utilizzò, nel 1878, per parlare di tutti quei piccoli problemi che in qualche modo rallentavano lo sviluppo delle sue invenzioni. Piccoli come un insetto, appunto, ma molto fastidiosi. Soprattutto per le conseguenze enormi che possono avere sulla vita di tutti i giorni. Pensate al famigerato Crowdstrike che solo lo scorso luglio aveva messo in ginocchio tutti i sistemi informatici mondiali.
Il bug, infatti, è un malfunzionamento funzionale di un computer. Tra questi ci sono quelli che portano al famigerato Blue Screen of Death su Windows. O i glitch che modificano l’esperienza di gioco in un videogame.
La storia ci ha riservato parecchi bug celebri (oltre al già citato Crowdstrike). Il più noto è senza dubbio il Millennium Bug che, in effetti, non provocò i disastri paventati dall’arrivo del nuovo millennio e del cambio di data, perché ci fu una massiccia opera di correzione. Più traumatico il bug di Ariane 5, un errore di programmazione nel software che causò la distruzione del razzo a pochi secondi dal lancio, nel 1996.
Perché temiamo tanto i bug? Perché possono portare a una perdita di dati importanti e perché possono creare delle vulnerabilità di un sistema, sfruttabili dagli hacker. Ecco perché la caccia al bug diventa sempre più raffinata e sofisticata con test che i programmatori utilizzano per scovarli ed eliminarli.
E dire che tutto è iniziato davvero per colpa di un lepidottero.