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Home » Innovazione » Tecnologia » Ricercatori svizzeri creano un supermateriale “vivente” da un fungo: si può anche mangiare

Ricercatori svizzeri creano un supermateriale “vivente” da un fungo: si può anche mangiare

Un team svizzero ha creato un nuovo materiale a base di funghi, completamente resistente, biodegradabile ed edibile.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino14 Maggio 2025
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Il materiale a base di fungo
Il materiale a base di fungo (fonte: Swiss Info)
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Un materiale che vive, respira e si può anche mangiare. I ricercatori svizzeri dell’EMPA (Laboratori Federali Svizzeri per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali) hanno sviluppato un nuovo tipo di materiale completamente biodegradabile e molto versatile. Derivato da un fungo commestibile, non solo è resistente e reattivo all’umidità, ma è anche commestibile e utile in svariati settori, dalla cosmetica alla sensoristica ambientale.

Il materiale nasce dal micelio del fungo split-gill, un organismo già noto in cucina e presente su legni in decomposizione. Il micelio è la parte sotterranea del fungo, simile a una rete di filamenti, chiamati ife. Solitamente, per ottenere materiali dai funghi, questi filamenti vengono estratti, puliti e sottoposti a processi chimici per migliorarne le caratteristiche meccaniche. Ma ciò compromette la sostenibilità.

Gli scienziati dell’EMPA hanno invece adottato un metodo innovativo: non spezzare e trattare il micelio, ma usarlo interamente, così com’è, lasciandolo vivo. Durante la crescita, il fungo produce una matrice extracellulare, una rete naturale fatta di fibre, proteine e altre sostanze biologiche. Questa matrice rende il materiale solido e funzionale già in natura. Il team ha selezionato un ceppo di split-gill particolarmente ricco di due sostanze. Si tratta di schizofillano, una nanofibra robusta, e idrofobine, proteine che si accumulano tra liquidi che normalmente non si mescolano, come acqua e olio.

Tre immagini del neo materiale
Tre immagini del neo materiale (fonte: PhysOrg/ph. Advanced Materials)

Queste due molecole offrono proprietà uniche. Lo schizofillano rinforza il materiale rendendolo resistente allo strappo, mentre le idrofobine lo rendono un ottimo emulsionante naturale, capace di stabilizzare miscele come maionese, creme o vernici. In laboratorio, i ricercatori hanno testato due usi principali: un film simile alla plastica, ma compostabile, e un emulsionante per alimenti e cosmetici. Entrambe le versioni non solo sono compatibili con il corpo umano, ma si rinforzano con il tempo, perché il fungo continua a produrre le molecole utili.

Ma non finisce qui. Il materiale si presta anche a nuove applicazioni ambientali ed elettroniche. Un esempio: sensori di umidità biodegradabili, grazie alla capacità del micelio di reagire in modo reversibile all’acqua. Oppure sacchetti compostabili che, grazie alla vitalità del fungo, possono accelerare la decomposizione dei rifiuti organici contenuti. Il team sta inoltre esplorando l’integrazione con altri progetti come le biobatterie fungine, puntando alla creazione di una “carta elettrica vivente”.

Insomma, si tratta di un materiale perfettamente sostenibile e funzionale.

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