Le opere d’arte non si spiegano. Godono di quella misteriosa forza che attribuisce loro un senso continuamente mutevole. Eppure, quando Banksy realizza un nuovo murale, le domande si sprecano. Così, a Londra, nelle ultime ore a partire dal 5 agosto, sono arrivate le nuove creazioni dell’artista e writer britannico, la cui vera identità è ancora ignota. Tre opere in tre giorni. E come detto da un utente sul profilo Instagram dell’autore: “Prepariamoci a qualcosa di colossale“.
Ma cosa è immortalato in queste opere? Nella prima, ubicata a Kew Bridge, è rappresentata una capra che guarda dei detriti cadere verso il basso.
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Nella seconda, a Edith Terrace Chelsea, ci sono le sagome nere di due elefanti che sembrano parlarsi da due finestre.
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Infine, su un ponte di una stazione della metro a East London, compaiono tre scimmie che afferrano una sbarra, penzolando dall’alto. BBC ci aiuta e ci dice anche il luogo preciso, non lontano da Shoreditch High Street, dove si trovano un negozio di abbigliamento vintage e un caffè.
Chissà che le tre scimmiette non facciano riferimento a quelle del proverbio che non vedono, non sentono e non parlano. Però, a essere precise, non si coprono né occhi né bocca né orecchie.
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Cosa vuole dirci Banksy? Qualche utente ha acutamente parlato di giungla della vita. In questi tempi incerti il writer forse fa appello alla bellezza degli animali e a quanto siano comunque più saggi degli uomini, nella loro dimensione libera e selvaggia.
La capra, che in inglese si dice goat, anche acronimo di greatest of all time, potrebbe anche riferirsi alla sua grandezza. E al fatto che da anni faccia parlare il mondo intero senza che si conosca il suo nome. Ma forse è una lettura azzardata.
Quello che ci piace di più in ultima analisi è proprio il riferimento all’animalità come stato di libertà assoluta. In fondo le rocce della capra possono anche somigliare a escrementi che scivolano giù, casualmente verso una telecamera a circuito chiuso. E gli elefanti che “chiacchierano tra loro” (in effetti la scienza dice che si chiamano per nome) potrebbero discutere di quanto assurdi siano gli umani. Tutto è possibile, è il bello dell’arte.