Una ricerca che ha analizzato quasi 300.000 bambini in tutto il mondo sta cambiando il modo in cui guardiamo ai device elettronici nell’infanzia. Si tratta di una scoperta scientifica che rivela qualcosa di preoccupante: restare molto tempo davanti agli schermi non solo causa problemi emotivi nei bambini, ma diventa anche il loro modo principale per affrontare le difficoltà. È un circolo vizioso che si autoalimenta.
La professoressa Roberta Vasconcellos e il suo team hanno scoperto che quando un bambino di 8 anni ha una crisi e gli diamo un tablet per calmarlo, stiamo inconsapevolmente creando un problema che si ripete all’infinito. Il bambino impara che lo schermo è la soluzione ai suoi problemi emotivi, ma nel frattempo perde l’opportunità di sviluppare vere strategie per gestire le sue emozioni.
Tra tutti i tipi di contenuti digitali, i videogiochi emergono come il nemico numero uno del benessere emotivo dei bambini. Non parliamo solo del tempo passato davanti allo schermo, ma di come i giochi creano dipendenza in modo diverso rispetto alla televisione o ai contenuti educativi. I videogiochi online funzionano come vere e proprie piattaforme sociali che continuano a esistere anche quando il bambino non sta giocando, creando una pressione costante a rimanere connessi.

Un bambino che guarda un cartone animato sa che finirà dopo 20 minuti. Un bambino che gioca online sente che deve rimanere collegato perché “gli altri stanno ancora giocando” e “potrebbe perdere qualcosa di importante”. Questa dinamica porta i bambini a trascurare sonno, compiti scolastici e interazioni faccia a faccia con famiglia e amici.
Secondo la ricerca, i bambini più grandi (6-10 anni) sono più vulnerabili di quelli piccoli agli effetti negativi degli schermi. Il motivo è semplice: hanno più controllo sui loro dispositivi e più opportunità di usarli come “rotte di fuga emotiva”. Un bambino di 3 anni guarda quello che decidono i genitori, ma un bambino di 7 anni può attivamente cercare giochi o video quando si sente arrabbiato, ansioso o triste.
Questa autonomia, che dovrebbe essere un segno di crescita, diventa invece un rischio quando non è accompagnata da una guida adeguata.
Lo studio ha identificato soglie precise oltre le quali i rischi aumentano significativamente. Per i bambini sotto i 2 anni, qualsiasi tempo davanti allo schermo (eccetto le videochiamate con i nonni) è associato a problemi di sviluppo socio-emotivo. Tra i 2 e i 5 anni, il limite sicuro è di un’ora al giorno. Dopo i 5 anni, non più di 2 ore quotidiane. L’ideale sarebbe stare molto al di sotto di queste soglie, specialmente se il bambino mostra già segni di difficoltà emotive o comportamentali.
Come capire se vostro figlio sta usando gli schermi in modo problematico? Osservate quando li cerca. Se corre al tablet ogni volta che è arrabbiato, annoiato o triste, è un segnale d’allarme. Se protesta violentemente quando gli togliete il dispositivo, o se sembra sempre più isolato e meno interessato ad attività che prima gli piacevano, è tempo di intervenire.
Un altro segnale preoccupante è quando il bambino non riesce più a tollerare momenti di noia o silenzio senza cercare immediatamente uno schermo. La noia è importante per lo sviluppo – è in quei momenti che i bambini sviluppano creatività, immaginazione e capacità di intrattenere se stessi.
Non usate mai gli schermi come “ciucci digitali” quando avete bisogno che il bambino stia zitto. Questo insegna loro che i dispositivi sono la soluzione ai problemi emotivi. Invece, pianificate alternative: libri da colorare per il ristorante, giochi tranquilli per quando lavorate da casa, o semplicemente accettate che a volte i bambini faranno rumore.
Quando vostro figlio è turbato, resistete alla tentazione di dargli subito un dispositivo. Invece, offrite presenza e ascolto.
Siate creativi nel proporre alternative. Invece di comprare l’ultimo videogame, proponete un weekend di campeggio, un corso di musica, o semplicemente più tempo di qualità insieme. I bambini potrebbero protestare inizialmente, ma a lungo termine svilupperanno competenze e ricordi molto più preziosi.