Negli Stati Uniti, un numero sempre maggiore di persone anziane fa uso di cannabis. Secondo una nuova ricerca pubblicata su JAMA Internal Medicine, l’uso tra gli over 65 è aumentato del 46% tra il 2021 e il 2023. Oggi, circa il 7% degli americani in questa fascia d’età dichiara di averla utilizzata nell’ultimo mese. Il dato segna un evidente cambiamento culturale. Un tempo tabù, ora la marijuana è vista da molti senior come una possibile risposta a problemi comuni come il dolore cronico, il sonno disturbato, l’ansia e altri disturbi legati all’invecchiamento.
Le motivazioni di questo aumento sono diverse. Anzitutto, la legalizzazione della cannabis in molti stati americani, sia a scopo terapeutico sia ricreativo, ha reso la sostanza più accessibile. In secondo luogo, c’è un abbassamento dello stigma sociale legato al suo uso: molte persone che da giovani avevano già fatto esperienza con la cannabis, ora la ritrovano come una “cura alternativa” in età avanzata.
Il fenomeno riguarda più da vicino le donne, anche se la percentuale complessiva resta più alta tra gli uomini. È stato osservato inoltre che l’aumento è maggiore tra chi ha un reddito annuo superiore ai 75.000 dollari, probabilmente per la maggiore possibilità di accedere a prodotti di qualità o a visite mediche private.

Tuttavia, l’aumento del consumo tra i senior preoccupa diversi esperti. La cannabis, soprattutto se contenente principi attivi ad effetto psicoattivo (come il THC), può avere conseguenze serie nella gestione delle malattie croniche. Può influenzare l’efficacia o la tossicità di altri farmaci, e aumentare il rischio di disturbi cognitivi, confusione, cadute e perfino incidenti stradali. Sono stati riportati anche aumenti di pressione arteriosa, tachicardia, rischio di ictus o infarti, soprattutto nei soggetti con già presenti patologie come il diabete, la BPCO o l’ipertensione.
I medici sono concordi nel sottolineare il rischio di reazioni psichiatriche, in particolare con gli edibili (come i biscotti o le caramelle a base di cannabis), che sono difficili da dosare e i cui effetti arrivano in ritardo, rendendo facile eccedere senza rendersene conto. Inoltre, la cannabis è una sostanza “attiva” da monitorare con molta attenzione: non è priva di effetti collaterali e può essere pericolosa, soprattutto nei soggetti più fragili.
L’uso regolare, per esempio, può portare a fenomeni come disorientamento, ansia crescente, problemi comportamentali e ricoveri d’urgenza.