Uno studio recente ha scoperto che le prugne secche, già note per favorire la digestione, possono anche sostenere il corpo contro gli effetti dell’invecchiamento, specie dopo i 45 anni. Vediamo perché queste piccole alleate della salute stanno attirando l’attenzione della scienza.
Le prugne secche sono frutti ricchi di nutrienti: contengono fibre, vitamine, polifenoli e composti naturali come il sorbitolo. Tra tutti questi elementi, i polifenoli sono particolarmente interessanti. Si tratta di sostanze antiossidanti che aiutano a proteggere le cellule dallo stress e dall’invecchiamento. Alcuni studi hanno collegato i polifenoli delle prugne a effetti positivi sulla massa muscolare e sulla densità delle ossa, specialmente nelle donne in postmenopausa.
Con l’età, infatti, il corpo perde gradualmente tessuto muscolare e densità ossea. Questo rende più difficili i movimenti e aumenta il rischio di fratture. Proprio per contrastare questi effetti, i ricercatori hanno testato l’effetto delle prugne su un gruppo di donne sopra i 45 anni, in un esperimento durato un anno. Alle partecipanti è stato chiesto di mangiare ogni giorno almeno 50 grammi di prugne, cioè circa 5-6 pezzi. I risultati hanno sorpreso. Chi le ha mangiate regolarmente ha mantenuto più stabili i livelli di densità ossea, soprattutto nell’area dell’anca, rispetto a chi non le ha mangiate.

Un altro aspetto interessante riguarda l’IGF-1, un ormone che aiuta a costruire muscoli e ossa. Alcuni studi suggeriscono che il consumo di prugne potrebbe aumentare i livelli di questo ormone, con effetti benefici sulla struttura fisica generale.
Ma c’è di più: le prugne sembrano anche influenzare il modo in cui il nostro corpo gestisce lo zucchero nel sangue. Rallentano l’assorbimento del glucosio e contribuiscono a mantenere stabili i livelli di energia. Questo è utile non solo per chi vuole restare in forma, ma anche per evitare i picchi di zucchero che possono danneggiare la salute nel tempo.
I benefici non dipendono però solo dal frutto in sé. Secondo altri studi più approfonditi, le prugne sono più efficaci in chi possiede una flora intestinale ricca e diversificata, cioè una buona varietà di batteri “buoni” nell’intestino. In chi aveva una maggiore presenza di alcune famiglie batteriche (come Oscillospiraceae e Lachnospiraceae), gli effetti delle prugne sulle ossa sono stati più evidenti. Inoltre, in queste persone sono state trovate minori quantità di molecole infiammatorie nel sangue, segno che le prugne potrebbero avere anche un effetto antinfiammatorio.
Naturalmente, mangiare prugne da sole non basta per restare forti. I ricercatori consigliano di abbinarle a una dieta equilibrata, con abbastanza calcio e vitamina D, e a un po’ di attività fisica. Tuttavia, è interessante notare che chi ha assunto prugne ha ottenuto miglioramenti simili a quelli del gruppo di controllo, dove però i risultati erano legati a un aumento del peso corporeo (che da solo può rafforzare le ossa grazie alla maggiore pressione esercitata, ma che comporta anche rischi metabolici). Le prugne, invece, sembrano offrire un sostegno più sano, senza effetti collaterali.