La carne sintetica è un prodotto alimentare realizzato in laboratorio a partire da cellule staminali animali, attualmente legale solo negli Stati Uniti e a Singapore. Attraverso delle norme volute dai ministeri dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e della Salute, il consiglio dei ministri di ieri ne ha di fatto vietato produzione e vendita in Italia per i rischi legati alla sua pericolosità in termini di salute. E perché potrebbe dare il via alla produzione in vitro di altri alimenti tipici italiani come vino e olio. Penalizzando così i produttori locali.
Come viene prodotta la carne sintetica? Si procede prima con il prelievo di tessuti da animale vivo o da carne fresca. Poi, si prosegue con l’estrazione delle cellule staminali, quelle cellule in grado di differenziarsi, specializzandosi in vari tipi di cellule diverse presenti nell’organismo. Viene poi favorita la loro proliferazione in ambiente protetto all’interno di un bioreattore. Fino alla lavorazione delle fibre muscolari e all’ottenimento finale della carne sintetica. Da una sola cellula si possono ottenere 10 mila chili di carne in poche settimane, senza uccidere e macellare gli animali.
Ecco perché questa soluzione è sempre stata sostenuta sia dagli animalisti che dagli ambientalisti. L’allevamento intensivo di bestiame, infatti, è una delle cause principali dell’inquinamento. Ed ecco perché le associazioni come la Lega Anti Vivisezione parlano di “battaglia ideologica contro il progresso“. I rappresentanti della LAV, dunque, rilanciano la palla all’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare e alla Commissione di Bruxelles. Gli unici due enti che, a parere loro, possono di fatto autorizzare o meno il consumo di carne sintetica.
Al momento esiste solo un’azienda che produce carne in provetta, principalmente pollame e frutti di mare. Si tratta della Upside Foods, società americana fondata nel 2015 a Berkeley, in California.