Se volete scoprire se quel pacco di pasta che vedete sullo scaffale è fatto con farina di grilli, dovrete cercare nella lista degli ingredienti la dicitura polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus. In questo modo, se avete curiosità di assaggiare il cibo del futuro, potrete procedere all’acquisto. Altrimenti, se non vi fidate, avete paura di reazioni allergiche, o non mangiate cibo di origine animale, poserete tutto.
Da più parti si considera la farina di grilli come alimento avveniristico, tanto da guadagnarsi ieri sera una presenza a MasterChef Italia 13. In effetti si tratta di un novel food di cui si parlerà molto nei prossimi anni. Anche perché di recente l’Unione Europea ha dato il via libera alla sua commercializzazione e all’impiegno nella produzione di alimenti come pasta, pane e biscotti.
Tuttavia, l’Unione Europea ha stabilito anche che la farina di grilli sia scrupolosamente segnalata all’interno della lista degli ingredienti. Questo, come detto, per permettere a chi non mangia prodotti animali, per scelta etica, di non consumarla. Ma anche per evitare possibili allergie, tutte da verificare.
Dotatevi quindi di pazienza e di un buon paio di occhiali, se necessario, per studiare l’elenco ingredienti. Come detto, il nome da cercare è Acheta domesticus. La farina di grilli si ottiene proprio dalla macinazione delle larve di insetti particolari, a cui appartengono anche il Tenebrio molitor e la Locusta migratoria, allevati in maniera specifica. Per questo tipo di prodotto, quindi, non si usa il classico grillo campestre.
Le aziende potranno integrarla in pasta, merendine e pane, con obbligo a segnalarla. Ma potrà anche essere utilizzata per realizzare ricette casalinghe, avendo cura di aggiungerla in piccole quantità. Non è possibile infatti utilizzare solo farina di grilli per le crêpes o le tagliatelle, ma solo il 10% della farina totale usata per quel piatto. Ha un retrogusto di nocciola, è scura, e ha un alto valore proteico. Fattore che la rende adatta per la panificazione.