Il granchio blu è commestibile ed esistono numerose ricette per valorizzarlo al meglio. Il Callinectes Sapidus è originario delle coste atlantiche del continente americano e costa circa 15 euro al chilogrammo. Il piatto viene preparato soprattutto negli Stati Uniti in stati come Maryland e Virginia, ma anche i nostri chef stellati come Alessandro Borghese e Donato Ascani lo utlizzano nelle nostre cucine anche per contrastarne la diffusione di questa specie alloctona di grosse dimensioni (può arrivare a 23 cm di diametro) che minaccia le colture di molluschi, ma anche di altri pesci e crostacei.
Sono diverse le pietanze che si possono gustare con il granchio blu come base. Il piatto più tipico è quello al vapore, si cuoce in acqua bollente per venti minuti e si può gustare quando la cottura lo rende arancione. Il sapore è molto dolce e per questo sarebbe meglio evitare aromi e spezie. Inoltre con questo tipo di crostaceo si può preparare anche un piatto di pasta, degli spaghetti con prezzemolo fresco sfruttandone la polpa. Sono tante le varianti legate a questo tipo di crostaceo a tavola come per esempio quella tipicamente del sud che prevede la frittura in pastella di uova con farina ed erbe aromatiche. Non sono da escludere altre metodologie di preparazione, scatenate la fantasia e sicuramente avrete la possibilità di gustare un piatto delizioso.
Alessandro Borghese al Corriere ha spiegato che cucina il granchio blu nelle sue cucine: “È un granchio dal guscio molto duro, non ha tantissima polpa, ma si possono fare degli ottimi crab-cake, dei tortini che vanno molto nel Maryland, oppure come crostaceo da aggiungere alle zuppe di pesce, come le Bouillabaisse, insomma noi cuochi possiamo fare la nostra parte per utilizzare questi granchi”
Donato Ascani, chef del ristorante Glam di Venezia aggiunge: “Noi lo facciamo fritto o bollito, moecato viene particolarmente buono, facciamo anche le quaglie ripiene di granchio, nel nostro ristorante lo serviamo fuori carta ai nostri clienti più affezionati”
Chiara Pavan del ristorante Venissa a Mazzorbo, conosce bene il granchio blu e spiega che “è più dolce della granseola, ha una consistenza delicata, lo cuciniamo in vari modi. La sua proliferazione qui è dovuta a vari fattori, ma è già accaduto per altre specie che arrivano qui e si mescolano con quelle locali, anche il finocchio marino non è tipico di queste zone, eppure adesso lo troviamo anche qui”
Sempre dalle pagine del Corriere, Giuseppe Mancino, chef del ristorante Il Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio propone di organizzare delle sagre, anche per far conoscere questo crostaceo: “Per coprire i costi di abbattimento i pescatori potrebbero organizzare delle sagre e così fare conoscere un alimento che magari un domani, potrebbe essere richiesto nei menù dei ristoranti e diventare anche di routine sulle tavole familiari. Potrebbero anche ideare un contest, chiamare gli chef del territorio per immaginare ricette ad hoc”. Per la sua ricetta col granchio blu, Mancino spiega: “In molti non sanno cucinarli ma è semplice, basta farli bollire per poco tempo, togliere la ciccia dalle chele mentre con il carapace si fa un brodo che poi serve per creare una salsa. Provate a condirci la pasta, le fettuccine con un’aggiunta di rucola o funghi locali. Ma penso anche ad una panzanella o un’insalata di verdure. Insomma da una sfortuna si potrebbe creare anche un’opportunità redditizia”
Il granchio blu è dunque commestibile e rispetto a quello che è il prezzo del pesce oggi non costa nemmeno troppo. Si tratta di un crostaceo duttile e che si può inserire all’interno di numerose ricette.