La birra Guinness, simbolo dell’Irlanda nel mondo, è scura perché l’orzo utilizzato per produrla viene tostato. Una volta preparata, quindi, la birra ha il bellissimo e tradizionale colore rosso rubino. Così intenso da sembrare nero. L’orzo tostato, inoltre, conferisce alla bevanda un sapore molto più intenso e robusto.
Tutto comincia quando, nel lontano 1759, il birraio irlandese Arthur Guinness, decise di sistemarsi nella St. James’s Gate Brewery, a Dublino, iniziando a produrre quel liquido dal colore profondo che lo avrebbe reso celebre nel mondo. All’inizio la fabbrica produceva birra chiara, altresì detta Ale. Poi, Guinness volle migliorare la Porter, un tipo di birra molto nota in Inghilterra, più scura della “bionda”. Leggenda vuole che, dopo un incendio del deposito di malto d’orzo della Guinness, il boss scelse di non eliminare il carico e di produrre la birra utilizzando l’ingrediente bruciato. Fu il successo. 10 anni dopo, nel 1769 venne, fu messo in vendita il primo carico di birra scura. Resa ancora più bella dal contrasto con la vellutata schiuma color beige, altro elemento fondante della Guinness.
La Guinness è composta da sempre da acqua, luppolo, orzo e lievito. L’orzo, appunto, rigorosamente irlandese, viene maltato e tostato a una temperatura obbligatoria di 232 gradi. Inoltre, nella Guinness è presente più luppolo, che conferisce alla birra il sapore leggermente più amaro rispetto alle concorrenti. Ma l’elemento distintivo è il lievito che viene estratto prima del processo di birrificazione e usato per il lotto successivo. In pratica, è un lievito che è attivo dall’inizio dei tempi. Non è assurdo pensare che in un bicchiere di Guinness bevuto oggi, ci siano tracce della prima Guinness mai prodotta.