Il cocomero rappresenta uno dei frutti più amati dell’estate (da mangiare tutto, parte bianca compresa). La sua polpa succosa e dolce conquista grandi e piccini, ma consumarlo in quantità eccessive può nascondere un pericolo inaspettato: la tiramina, un aminoacido naturalmente presente nel frutto, può scatenare gravi crisi di emicrania e persino pericolosi aumenti della pressione sanguigna.
La tiramina si forma naturalmente durante i processi di maturazione. Questa sostanza, presente anche in formaggi stagionati, salumi e bevande alcoliche, agisce sulle terminazioni nervose perivasali, causando edema che può provocare mal di testa intenso, irritabilità, fotofobia e nausea – tutti sintomi caratteristici degli attacchi emicranici. Il meccanismo è particolarmente insidioso perché nei soggetti con deficit dell’enzima monoaminoossidasi, responsabile del metabolismo di questa sostanza, anche piccole quantità possono scatenare reazioni severe.

Quindi dobbiamo evitare del tutto il cocomero? No. Gli esperti raccomandano di non superare le due porzioni giornaliere di cocomero, pari a circa 300 grammi, preferibilmente lontano dai pasti principali. Oltrepassare questa soglia non solo aumenta il rischio di emicranie, ma può causare anche problemi digestivi significativi. Il frutto è infatti classificato come alimento ad alto contenuto di FODMAP, zuccheri difficili da digerire che possono provocare stress intestinale.
La situazione diventa ancora più complessa per chi assume farmaci antidepressivi della categoria degli inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO). L’interazione tra questi medicinali e alimenti ricchi di tiramina può causare pericolosi picchi della pressione sanguigna.
Anche le persone allergiche a pollini di graminacee o ambrosia devono prestare particolare attenzione. Il cocomero può scatenare reazioni allergiche crociate in questi soggetti, manifestandosi con sintomi che vanno dal prurito orale a reazioni più severe.