Il fatto che questa notizia arrivi nell’undicesimo anniversario del famigerato morso di Suarez a Chiellini, ai mondiali del 2004 e del fattaccio che ha visto come protagonista Martin Kove di Cobra Kai che, durante una convention ha morso l’attrice Alicia Hannah-Kim, è del tutto casuale. Eppure, accade più spesso di quanto si pensi: baci che si trasformano in piccoli morsi, guance pizzicate con forza, il desiderio improvviso di “mangiare” chi si ama. Questo comportamento, apparentemente contraddittorio, ha una spiegazione scientifica ed è noto con il nome di “aggressione tenera” (cute aggression).
Coniato dai ricercatori dell’Università di Yale, il termine descrive una forma di risposta emotiva che si manifesta quando si prova un affetto intenso, tanto da rendere difficile gestirlo in modo convenzionale. Secondo Oriana Aragón, docente di psicologia e coordinatrice dello studio, “l’essere umano utilizza meccanismi regolatori per equilibrare le proprie emozioni. Quando queste sono troppo forti, si può rispondere con espressioni opposte a ciò che si prova realmente“.
In pratica, quando si è sopraffatti dalla tenerezza o dall’amore, il cervello genera una risposta apparentemente “aggressiva” (come un morso) per ridurre l’intensità emotiva. L’azione funge da valvola di sfogo: non esprime violenza reale, ma aiuta a gestire il sovraccarico emozionale. È una forma di compensazione istintiva che permette di mantenere il controllo.
@m.mezzanottepsy Tagga chi vorresti mordere o chi ti piace mordere! Tutte le emozioni sono aggressive, sono incontrollabili e noi cerchiamo con diverse strategie di tenerle a bada o di esprimerle in modo innocuo o costruttivo. #emozioni #mordere #psicologia #amore #coppia #amicizia #figli #mezzanotte #psicoanalisi #nutrimento ♬ suono originale – Michele Mezzanotte Psicologo
Uno studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience ha dimostrato che le persone che provano “cute aggression” manifestano una maggiore attività cerebrale nelle regioni coinvolte nella ricompensa e nell’elaborazione delle emozioni, come il sistema limbico.
Un caso emblematico è la reazione che molti adulti provano di fronte ai neonati. Il profumo dei bambini, ad esempio, è talmente gratificante da attivare nel cervello gli stessi circuiti neuronali attivati dalla visione di un piatto appetitoso, secondo quanto osservato da un team di ricercatori dell’Università di Montréal, in uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology.
Questa “fame affettiva” non è solo metaforica: si tratta di una risposta neurobiologica vera e propria, radicata nella necessità di attaccamento, cura e protezione. È importante sottolineare che il fenomeno non ha nulla a che fare con disturbi del comportamento o tendenze violente (escludiamo la trance sportiva di Suarez e il comportamento inappropriato di Kove). L’aggressione tenera è universale, spontanea e priva di intenti dannosi. Rappresenta un linguaggio emotivo atavico, condiviso da molte persone in ogni cultura.