La barba è da sempre un elemento maschile distintivo. Segno di stile per alcuni, simbolo di scarsa igiene per altri. Ma quanto c’è di vero? Secondo numerosi studi scientifici, in effetti i peli del viso creano un ambiente ideale per la proliferazione di batteri e altri microrganismi, grazie al calore, all’umidità e ai residui che vi si accumulano. Alcune analisi hanno rivelato che le barbe (non curate) possono contenere addirittura più germi di una toilette.
La pelle umana è naturalmente abitata da miliardi di microrganismi, e la barba offre un habitat privilegiato per molti di essi. La combinazione di sebo, sudore, pelle morta, inquinanti e frammenti di cibo fornisce nutrimento ai batteri. Inoltre, le mani che toccano continuamente superfici e poi il viso contribuiscono a contaminare ulteriormente la zona.

I sospetti sulla barba non sono nuovi. Già oltre 50 anni fa, alcuni scienziati segnalavano che i peli facciali possono trattenere tossine batteriche anche dopo il lavaggio. Per questo, negli ospedali, la presenza della barba è stata a lungo discussa. Alcuni studi ospedalieri hanno mostrato che i lavoratori con la barba presentavano più batteri sul volto rispetto ai colleghi rasati. In un altro studio, perfino il pelo dei cani è risultato avere meno microbi delle barbe maschili.
Detto ciò, una barba sporca può effettivamente creare problemi. Irritazioni, infiammazioni e infezioni della pelle sono rischi concreti quando la barba non viene lavata o curata. Gli esperti consigliano di lavare quotidianamente viso e barba con acqua e sapone delicato, per eliminare sporco, allergeni e cellule morte. È utile anche idratare la pelle, pettinare la barba per rimuovere residui e peli caduti, e mantenerla ben tagliata per ridurre la dispersione di batteri.