Il termine “posizione del missionario” è diventato parte del linguaggio comune per descrivere una posizione sessuale in cui i partner sono faccia a faccia. Contrariamente alla credenza popolare, il nome non deriva dall’insegnamento dei missionari cristiani. Questa idea nasce da un errore interpretativo nelle ricerche sessuali di Alfred Kinsey, uno dei più influenti sessuologi del XX secolo. La vera storia coinvolge anche l’antropologo Bronisław Malinowski e l’analisi di usi e costumi delle isole Trobriand.
Negli anni ’40 e ’50, Alfred Kinsey pubblicò due opere fondamentali, Sexual Behavior in the Human Male e Sexual Behavior in the Human Female, che trattavano la sessualità in modo rivoluzionario per l’epoca. I libri furono il risultato di interviste a uomini e donne, su vasta scala, riguardanti le loro abitudini sessuali, comprese fantasie e tendenze.

In uno dei suoi libri, Kinsey riportò un aneddoto tratto dai lavori dell’antropologo Bronisław Malinowski, secondo il quale gli abitanti delle isole Trobriand, in Papua Nuova Guinea, deridevano la “posizione europea”, in sintesi quella con l’uomo posizionato sulla donna, considerandola poco pratica e inefficace. Kinsey interpretò erroneamente questi racconti, attribuendo il nome di “posizione del missionario” alla convinzione che gli indigeni avessero appreso questa posizione dai missionari cristiani. Tuttavia, una revisione più attenta del testo originale di Malinowski da parte dell’antropologo Robert J. Priest nei primi anni 2000 ha rivelato che questa interpretazione era scorretta.
Malinowski non usò mai l’espressione “missionary position” nei suoi scritti. Egli menzionò solo che alcune dimostrazioni di affetto pubblico, come abbracciarsi o tenersi per mano, apprese queste sì dai missionari, venivano definite “misinari si bubunela” (“alla maniera dei missionari”). Kinsey, dunque, sembra aver combinato elementi distinti in un’unica narrazione, creando inconsapevolmente una leggenda.
Negli anni successivi, il termine “posizione del missionario” è stato ampiamente adottato, guadagnando popolarità durante la rivoluzione sessuale degli anni ’60 e ’70. Tuttavia, è stato spesso associato a una visione stereotipata del sesso come monotono e privo di creatività. Anna Marchesini docet.