Jesse Eisenberg ha scritto, diretto e interpretato A Real Pain, un film ispirato alla storia della sua famiglia. La trama ruota attorno a due cugini, David e Benji, interpretati rispettivamente da Eisenberg e Kieran Culkin (candidato all’Oscar come migliore attore non protagonista e favorito numero uno alla vittoria), che intraprendono un viaggio in Polonia per visitare il villaggio natale della loro defunta nonna. Il film mescola abilmente commedia e dramma, mostrando il contrasto tra i due protagonisti. David è ansioso e metodico, mentre Benji è imprevedibile e carismatico. Questo viaggio, apparentemente turistico, si trasforma in una profonda riflessione sul trauma ereditato, sull’identità e sul modo in cui il passato influenza il presente.
Per quanto ciò che è raccontato nel film non sia totalmente autobiografico, la sceneggiatura è intrisa di storia personale per Eisenberg. Da adolescente, infatti, una delle sue figure di riferimento era la sua prozia, nata in Polonia. Le promise che se mai avesse lavorato in Europa, avrebbe visitato la casa dove era cresciuta. Quando ci fu questa possibilità, durante le riprese di un film in Bosnia, Eisenberg mantenne la promessa, ma l’esperienza si rivelò deludente. Quel sentimento dolceamaro piantò il primo seme della sceneggiatura di A Real Pain.
Molti dei familiari di Eisenberg perirono nell’Olocausto. Eisenberg ha rivelato che la casa che i protagonisti visitano nel film è la stessa che un tempo apparteneva alla sua famiglia. L’autenticità emerge anche nella rappresentazione della memoria storica, con scene girate in luoghi simbolici dell’Olocausto, tra cui il campo di concentramento di Majdanek.

Il regista ha voluto mantenere un approccio minimalista, evitando di spettacolarizzare il dolore e lasciando spazio alla spontaneità degli attori.
Il viaggio dei protagonisti si intreccia con quello di altri personaggi, ognuno con un rapporto diverso con il passato. Tra questi, una sopravvissuta al genocidio in Ruanda, un’appassionata di storia ebraica non ebrea e una donna americana in crisi personale.
In A Real Pain, Eisenberg riesce a trasformare un viaggio nella storia familiare in una storia universale di identità, dolore e connessione. Il film è anche candidato agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale.