Angelina Mango, vincitrice di Sanremo 2024 con La noia, ha spiegato al Corriere della Sera il significato di uno dei suoi innumerevoli tatuaggi, un lupo, di derivazione letteraria, un rimando a Il selvaggio di Guillermo Arriaga, un romanzo gotico “splatter”, come lo definisce la cantante. “quasi ti fa stare male quando lo leggi, è splatter. Racconta le storie parallele di un ragazzo e di un lupo. E questo spiega il tatuaggio che mi sono fatta fare con quell’animale”.
La nuova sensazione della musica italiana, in una lunga intervista al Corriere, dettaglia ulteriormente i suoi gusti letterari: “Da bambina leggevo Geronimo Stilton, ma dei libri che leggo quasi mi vergogno, tanto sono crudi; ad esempio ho amato La trilogia della città di K. (di Agota Kristof, ndr). Mango, comunque, ha molti altri tatuaggi, tra cui un glicine, un maialino (simbolo di riposo) e un triangolo (che richiama la famiglia
Lungo l’intervista, Mango racconta anche la sua svolta improvvisa di carriera, con dettagli inediti: “Avevo finito la scuola da due anni, avevo mollato l’università, facevo la babysitter. Chi mi circondava aveva idee chiare sulla quotidianità, a me mancava impegno stabile che fosse un lavoro o lo studio, mancava una stabilità quotidiana. Mi frustrava e mi sentivo diversa. Non mi sentivo soddisfatta e volevo rendermi utile a me stessa. Mi è arrivata la proposta e le ipotesi erano due: o andare a studiare inglese all’estero o buttarsi. Ho smattato e ho mandato un demo e dei video. Mi hanno richiamata e sono andata a Roma per il provino praticamente in after, mi ero svegliata alle 4 per prendere il treno… Mi hanno presa e non sono nemmeno potuta tornare da casa, sono andata diretta in hotel per la quarantena prima di entrare nella scuola“.
L’arrivo, altrettanto repentino del successo, sembra comunque non avere scosso le certezze della giovane: “Non voglio precludermi la vita per chiudermi in studio e scrivere. Scrivo tanto di me, nella mia testa succedono tante cose e non mi annoio mai da sola, ma ho bisogno di una forte base di persone attorno a me. Se dovessi organizzare un pranzo qui e adesso, avrei una lunga lista di invitati, non basterebbe un tavolino da quattro persone. Il confronto mi aiuta anche a scrivere. Appena incontro amici e famiglia premetto sempre: “parlatemi di voi”: rubo sempre qualcosa perché ho paura di essere troppo autoreferenziale»“.
Il selvaggio, pubblicato in Italia da Bompiani, narra la storia di Juan Guillermo, giovane “segnato da un lutto lontano: suo fratello gemello è morto durante la gravidanza, e solo un cesareo d’urgenza ha permesso a lui di sopravvivere. Juan Guillermo cresce legato al fratello maggiore Carlos e a un ristretto gruppo di amici. Fino a che Carlos viene ucciso. La vendetta è una strada possibile, ma i giovani estremisti religiosi responsabili della morte di Carlos sono feroci e godono di protezioni illustri. Alla fine solo un amore complicato e struggente potrà salvare Juan Guillermo dalla spirale di morte in cui la sua giovane vita sembra trascinarlo”.