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Home » Spettacolo » Carlo Verdone riceve la laurea honoris causa in Medicina a Bari: “Curo l’umore, sono un antidepressivo vivo”

Carlo Verdone riceve la laurea honoris causa in Medicina a Bari: “Curo l’umore, sono un antidepressivo vivo”

Carlo Verdone riceve la laurea honoris causa in Medicina dall'Università di Bari. L'attore premiato per il suo approccio compassionevole alla medicina.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene6 Ottobre 2025
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Carlo Verdone riceve la laurea honoris causa in Medicina al teatro Petruzzelli di Bari
Carlo Verdone riceve la laurea honoris causa in Medicina al teatro Petruzzelli di Bari (fonte: Fb Sic-Società italiana di Chirurgia)
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Il camice bianco non è mai stato solo un costume di scena per Carlo Verdone. Ieri, 5 ottobre 2025, il celebre attore e regista romano ha ricevuto la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia dall’Università di Bari “Aldo Moro”, un riconoscimento che suggella un legame profondo e autentico con il mondo medico che attraversa tutta la sua vita e carriera.

La cerimonia si è svolta nel pomeriggio al Teatro Petruzzelli di Bari, in occasione dell’inaugurazione del 127esimo congresso nazionale della Sic, la Società italiana di Chirurgia, che ha promosso l’iniziativa. A conferire il riconoscimento è stato il neo rettore dell’Università di Bari, Roberto Bellotti, di fronte a una platea gremita di medici, studenti e appassionati di cinema.

Le motivazioni del conferimento sono straordinarie quanto inusuali. Secondo l’ateneo barese, Verdone è stato premiato per il suo approccio compassionevole e clinico alla medicina, per essere “probabilmente il maggior cultore pubblico e divulgatore delle abilità mediche non tecniche connesse alla pratica professionale” e per rappresentare “un modello di Medicina clinica, ispirato ai suoi grandi maestri degli anni Cinquanta e Sessanta”, quella medicina fatta di ascolto e osservazione che oggi contrasta con il fai da te tecnologico.

Ma come è nata questa passione così profonda per la medicina in un artista? Verdone stesso lo ha spiegato a margine della cerimonia: “Se ho questa passione lo devo anche ai grandi medici che frequentavano casa mia. Casa mia era un salotto intellettuale dove venivano musicisti, artisti e anche medici come Valdoni, Stefanini, luminari della medicina negli anni Sessanta. Vedendo questi personaggi, studiando il nostro medico di famiglia – che in realtà era un oncologo famosissimo ma lo faceva per amore di mia madre – e la sua grandissima abilità diagnostica, mi è venuta voglia di imitarlo”.

Non si è limitato all’ammirazione passiva. L’attore ha raccontato di aver studiato medicina privatamente, la sera, sui congressi medici che alcuni suoi amici dottori gli portavano: “Osservo le persone, studio i loro caratteri, fragilità, tic e difetti. Ho anche iniziato a studiare privatamente medicina la sera, sugli atti dei congressi. Ero molto interessato e mi sono appassionato”.

Con la consueta ironia che lo contraddistingue, Verdone ha poi rivelato un aspetto curioso della sua vita: “È vero, molti amici chiamano me invece del medico di base. Però se mi chiedono cose complicate dico sempre: questa è la mia ipotesi, chiedi al tuo medico se è d’accordo. In genere è quasi sempre d’accordo, ma i medici di famiglia mi odiano perché ci azzecco più io di loro. Alla sera rispondo come Raniero in Viaggi di nozze: ‘No, non mi disturbi affatto, dimmi’, mentre mangio e do le medicine. È sempre così”.

Carlo Verdone alla cerimonia per l'iscrizione onoraria all'Albo dei farmacisti di Roma nel 2019
Carlo Verdone alla cerimonia per l’iscrizione onoraria all’Albo dei farmacisti di Roma nel 2019 (fonte: Socialfarma)

Il paragone con il celebre barone Raniero Cotti Borroni non è casuale. Il rapporto di Verdone con la medicina attraversa infatti gran parte della sua filmografia: dal pediatra Goffredo Liguori di Manuale d’amore al dentista Giulio Cesare Carminati di Italians, fino al professor Umberto Gastaldi, chirurgo protagonista di Si vive una volta sola. Già in 7 chili in 7 giorni interpretava un medico alle prese con una clinica dimagrante, e in Viaggi di nozze il suo Raniero rappresentava un emblema del mondo accademico medico italiano.

Ma c’è un aspetto ancora più profondo che motiva questo riconoscimento: Verdone visita regolarmente i pazienti di ogni età ricoverati nei reparti ospedalieri a più alta intensità assistenziale, portando loro “quell’umano conforto e quella vicinanza che sono parte integrante e dovere vincolante dell’agire medico”. E lo fa lontano dai riflettori, per sentimento personale di compassione verso la sofferenza altrui. “Non amo vedere soffrire le persone e ho visto troppe cose brutte. Mi sono sempre detto: devo fare qualcosa”, ha confessato.

Alla domanda su come definirebbe il suo ruolo rispetto alla medicina, l’attore ha risposto con una sintesi perfetta: “Alla fine il lavoro del medico non è tanto distante da quello che faccio io: certamente il medico è più importante, salva le vite; io no, ma posso curare l’umore, che è una cosa molto importante. Diciamo che sono un antidepressivo vivo privo di effetti collaterali”.

Non è il primo riconoscimento di questo tipo per Verdone. Nell’agosto 2019 aveva già ricevuto l’iscrizione onoraria all’albo professionale dei farmacisti di Roma, proprio per le sue conoscenze farmacologiche avanzate, acquisite negli anni e spesso oggetto delle sue ironiche confessioni sulla propria ipocondria.

Prima della cerimonia al Petruzzelli, il sindaco di Bari Vito Leccese ha accolto Verdone a Palazzo di Città, ricordando le scene girate a Bari nella primavera del 2019 e “il legame profondo che lo unisce alla città”. Per suggellare l’incontro, il sindaco gli ha donato la sacra manna di San Nicola, “segno di affetto e protezione per uno dei grandi maestri del nostro cinema”.

Alla domanda su quale medicina prescriverebbe al nostro tempo, Verdone ha risposto con la lucidità che lo contraddistingue: “Una medicina che non si può dare: il buon senso. Purtroppo i grandi capi di Stato, quelli che governano il mondo, soffrono spesso di grande mediocrità. È un brutto periodo. Non mi fido molto di chi comanda le grandi potenze. Negli anni Sessanta c’erano figure politiche molto importanti anche a livello internazionale; oggi non ci sono. Pensano solo al rendimento economico, senza minimamente pensare al prossimo. Questo è un disastro”.

Il congresso della Società italiana di Chirurgia proseguirà a Bari fino all’8 ottobre, con la partecipazione di esperti da tutta Italia. Ma la giornata inaugurale resterà memorabile per aver celebrato un artista che, forse meglio di tanti, ha saputo raccontare l’anima fragile e generosa dell’uomo, quella stessa che ogni medico incontra quotidianamente nel proprio lavoro. Come solo un grande regista, o un vero dottore, sa fare.

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