Alain Delon è morto all’età di 88 anni. È stato tra gli attori più amati della sua generazione. Ha lavorato con gli autori simbolo del cinema anni ’60, Luchino Visconti in primis, ma anche Michelangelo Antonioni, Valerio Zurlini e Jean-Pierre Melville. Epitome del divo bello e tenebroso, ha avuto grandi amori travagliati, tra tutti quello con Romy Schneider. Negli ultimi anni aveva fatto discutere per il suo desiderio di ricorrere, se necessario, al suicidio assistito. Lascia quattro figli, Anthony, Christian Aaron, Anouchka e Alain Delon Jr.
Alain Fabien Maurice Marcel Delon nasce a Sceaux l’8 novembre 1935, sotto il segno dello Scorpione. Suo padre Fabien è direttore di un cinema di quartiere, la madre è una giovane commessa di farmacia. Al divorzio dei genitori, nel 1939, la madre affida il piccolo Alain a una famiglia adottiva con cui resta per qualche anno. Prima di trasferirsi in collegio a Issy-les-Moulineaux. Delon sviluppa un carattere ribelle e “allergico” alle costrizioni.
Si placa solo attorno ai 14 anni quando la madre, risposatasi con un salumiere, lo riprende con sé. Delon si appassiona al lavoro del patrigno. A 17 anni però lascia il banco della charcuterie e si arruola nella marina francese. La prima missione è durante la guerra d’Indocina, esperienza che lo forma e che, se possibile, ne mette in luce il carattere difficile. Al suo rientro a Parigi, dopo cinque anni, e svariati mesi di prigione per indisciplina, Delon vive di espedienti nei quartieri malfamati della Ville Lumiere.
Il debutto nel cinema, nel 1957 con Godot di Yves Allégret. La fama arriva nel 1960 con Rocco e i suoi fratelli di Visconti, con cui lavorerà anche in Il Gattopardo. Delon recita anche in L’eclisse di Antonioni (1962). Nel 1964 lega il suo nome al grande successo di Il Tulipano nero (1964). Ma sono tanti i film che lo rendono memorabile: Frank Costello faccia d’angelo di Melville (1967), La piscina di Jacques Deray (1969), Il clan dei siciliani di Henri Verneuil (1969). E soprattutto Borsalino del 1970 con Jean-Paul Belmondo. Delon alterna film di impatto popolare, per lo più polar, a opere più intime e d’autore come La prima notte di quiete di Valerio Zurlini.
Negli anni ’80 inizia la sua parabola discendente che procede di pari passo con la depressione e altri problemi, acuiti, anche, dalla tragica morte del suo grande amore Romy Schneider a cui dedica una lettera struggente (la trovate qui). Simpatizzante della destra, Delon è sempre stato appassionato di armi. Qualche mese fa è stato ritrovato un arsenale illegale in casa sua, composto da 72 armi da fuoco e svariati tipi di munizioni, nascoste senza alcun permesso.
Delon è stato a lungo al centro di una faida familiare tra i quattro figli, circa la gestione del suo patrimonio, dopo l’ictus che lo aveva colpito nel 2019. Era sotto tutela legale da un giudice, non solo per l’amministrazione dei beni, ma anche per ogni scelta di tipo medico, legata alla sua salute.
Come anticipato, ha avuto una vita sentimentale lunga e travagliata. Oltre al legame con Schneider, conosciuta sul set di L’amante pura, ha avuto un flirt con la cantante Nico, senza mai riconoscere il figlio, nato nel 1962. E anche una relazione con Dalida.
Ha sposato nel 1964 Nathalie, madre del figlio Anthony. Dal 1968 al 1983 ha avuto una lunga relazione con l’attrice Mireille Darc, senza rinunciare a flirt con Veronique Jannot, Sylvia Kristel, Sydne Rome e Dalila Di Lazzaro. Delon ha avuto brevi relazioni anche con Anne Parillaud e Catherine Pironi. Nel 1987 si accompagna alla modella olandese Rosalie van Breemen dalla quale ha avuto due figli, Anouchka e Alain-Fabien. L’ultima sua compagna riconosciuta è una donna giapponese di nome Hiromi.